martedì 30 maggio 2017

IN MEMORIA DELLE STRAGI DI MAFIA



Capaci (PA), Firenze, Librino – Catania, Abano Terme (PD), San Miniato a Monte (PI), Catanzaro
È appagante sentirsi uomini liberi, ti consola ogni qualvolta ti scontri con l'ipocrisia delle parole, con l'incoerenza imperante e il pressappochismo. Solo quando ti senti libero e appagato delle tue scelte saprai di essere sulla strada giusta. Non c'è modo migliore per rinnovare la memoria di quel maledetto maggio 1992, di tutte le stragi e di tutte le vittime: siate liberi! Liberi nel raccontare la verità, liberi di urlare i nomi di chi ha distrutto i vostri sogni e le vostre speranze, destinandovi alla disillusione. Liberi nonostante le intimidazioni, il puzzo del compromesso, oltre ogni paura. E saremo in tanti. E saremo liberi tutti.
Forti di queste convinzioni in questo scorcio del mese di maggio, la Fondazione intitolata al sempre più dimenticato Antonino Caponnetto ha scelto tante occasioni per ricordare uomini e donne vittime della violenza mafiosa:  Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Fabrizio Nencioni, Angela Fiume, Nadia Nencioni, Caterina Nencioni, Dario Capolicchio. 
Conservare il ricordo, custodire la memoria, avere cura di far conoscere vicende e principi che ne hanno ispirato i comportamenti sono alcuni dei compiti che la Fondazione persegue insieme con istituzioni, associazioni, gruppi, cittadini e cittadine. 
Capaci
Tantissimi giovani, ragazzi e ragazze, bambini e bambine in corteo fino al giardino della memoria, luogo della strage. I loro canti, cartelloni attaccati agli alberi lungo il percorso fino a Piazza Madrice sono la testimonianza migliore di un cambiamento inarrestabile: le idee camminano sulle gambe di questi ragazzi grazie alla scuola, grazie agli insegnanti.
La mafia ha più paura della scuola della stessa giustizia! - ci ripeteva Antonino Caponnetto con i suoi moschettieri, Giovanni e Paolo. come lui li chiamava. Tutti e tre sarebbero stati orgogliosi di vedere questi giovani, spesso ai margini, che hanno intrapreso la via del coraggio e della passione, per sconfiggere la sottomissione e l’ipocrisia. E Pasquale Calamia e Giuseppe Vitale, a rappresentare la fondazione Caponnetto, hanno sfilato con loro a testimoniare vicinanza e condivisione.
Firenze
L’Amministrazione comunale di Firenze ha voluto ricordare Giovanni e Paolo, martedì 23 maggio, intitolando due ponti all’ingresso della città così da rammentare per chi giunge a o parte da Firenze il sacrificio dei due giudici e la necessità di promuovere quotidianamente la cultura dell’antimafia. Il sindaco Dario Nardella ha voluto sottolineare l’impegno contro la mafia di Antonino Caponnetto la cui abitazione si trova a poche centinaia di metri dai ponti e del giudice fiorentino Gabriele Chelazzi impegnato nelle indagini e nel processo contro gli autori della strage di via de Georgofili e scomparso nel 2003.
Nelle primissime ore del 27 maggio 1993 un’auto piena di esplosivo saltò in aria provocando la morte di cinque persone. A ricordare quella strage, nella notte fra il 26 e il 27, il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha sfilato insieme ad amministratori e cittadini e ha deposto una corona sotto la torre dei Pulci. 
L’associazione delle vittime con la sua presidente, Giovanna Chelli, le tante associazioni, il Comune di Firenze, sindaci e amministratori dei Comuni limitrofi, la Regione Toscana hanno ricordato quel tragico attentato con tante iniziative. Vittorio Bugli, assessore al Bilancio della Regione Toscana con delega alla legalità, ha rinnovato l’invito a riutilizzare i beni confiscati alle mafie per farne strumento di riscatto sociale e culturale.
Librino - Catania
In questo quartiere a sud-ovest della città di Catania, divenuto tristemente simbolo di criminalità con il Palazzo di Cemento, non  molto differente dalle Vele di Scampia, covo della mafia del quartiere, centro di spaccio di droga, di traffico illegale di armi, di ricettazione, luogo dove si decidono omicidi, è stato teatro del ricordo delle stragi.
Anche qui insegnanti partigiani dei valori impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata con le armi della cultura e dell’esempio. Salvatore Calleri, presidente della Fondazione ha partecipato con i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Tecnico Francesca Morvillo alla commemorazione, a testimoniare l’impegno e a sostenere la loro volontà di riscatto.

Abano Terme (PD)
Con l’obiettivo di costruire ponti che uniscano il Nord al Sud del Paese, per unire i tantissimi cittadini e cittadine che non vogliono dimenticare giusta la definizione della Fondazione Caponnetto, ad Abano Terme ha promosso le iniziative per ricordare le vittime delle stragi con spettacoli teatrali e conferenze.
Al teatro Marconi, nella mattinata, studenti e studentesse hanno gremito la sala dove Ivan Di Noia, giovane attore di Barabao Teatro, ha portato in scena Omertà. Capaci, 23 maggio 1992. Lo spettacolo, realizzato dal teatro Barabao, per la regia di Romina Ranzato, con l’organizzazione di Micaela Grasso, coordinatrice di Teatro Ragazzi Calendoli, è una splendida rivisitazione del maxiprocesso. L’attore vide da bambino alla televisione le immagini della strage e avvertì dentro di sé che l’infanzia se ne era andata, tumultuosamente segnata dalla crudeltà di un mondo che non riconosceva più. Ivan interpreta i quattro protagonisti Giovanni Falcone, Tommaso Buscetta, Michele Greco, Totò Riina; ma anche tutti gli altri protagonisti, ritagliati sullo sfondo etico di chi sa servire lo stato fino al sacrificio, e di chi lo umilia con il compromesso.  
La sera, con la sala nuovamente gremita, per ricordare la strage di Capaci, il generale dei carabinieri Angiolo Pellegrini, collaboratore di Giovanni Falcone e ora autore di un volume Noi, gli uomini di Falcone, libro-intervista sulla sua vicenda umana e professionale, ha raccontato la propria storia: nel 1981, Capitano dei carabinieri a Palermo, ha guidato la sezione anticrimine, rammentando le indagini, gli omicidi della criminalità mafiosa. Dalla riflessione sulle tragedie di ieri, è passato all’impegno odierno per un futuro da disegnare con i cittadini e i tanti giovani disposti a lottare per un ideale di giustizia e di libertà.
Accanto ai cittadini Licia, Lidia, Francesca e Micaela tutte attivissime nella Fondazione sono al lavoro ogni giorno a promuovere iniziative e momenti di riflessioni. Con Micaela sperimentiamo oramai da alcuni anni il linguaggio teatrale per raccontare le forme della sopraffazione quotidiana e della resistenza civile.
San Miniato a Monte (PI)
Nel comune pisano, l’Amministrazione comunale ha promosso un Consiglio comunale aperto per ricordare le stragi di mafia. Nella mattinata di martedì 23 maggio, dopo il saluto del Presidente del Consiglio, Vittorio Gasparri, l’introduzione del sindaco, Vittorio Gabbanini, è stato proiettato il video che racconta la vicenda di Antonino Caponnetto. Hanno poi preso la parola Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, Giuseppe Creazzo, procuratore capo di Firenze, e Claudio Fiore, nipote del giudice Paolo Borsellino. A seguire il dibattito, attenti e curiosi, gli studenti e le studentesse del Liceo Marconi di San Miniato. Con loro Sergio Tamborrino,  a rappresentare la Fondazione, le associazioni Libera e Avviso pubblico, a testimoniare la memoria e l’impegno a favore della cultura della legalità.
 Catanzaro
L’appuntamento nella città della Calabria si è tenuto mercoledì 24 maggio. Protagonisti studenti e studentesse degli Istituti Petrucci, Ferraris e Maresca che hanno partecipato quest’anno per la prima volta al percorso di educazione alla cittadinanza e alla legalità delle Giovani sentinelle.
Guidati dalla loro insegnante, Giusi Sazio, che è referente della fondazione a Catanzaro e ha fortemente voluto questa commemorazione, ragazze e ragazzi hanno seguito con interesse il racconto delle vicende terribili del 1992.
Sempre in mattinata un nuovo appuntamento cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle Forze dell’ordine e il giudice Romano De Grazia, presidente emerito della Corte di Cassazione, che da anni conduce una battaglia per la riforma della legge Lazzati, al cui testo ha contribuito ma che è stata stravolta in sede parlamentare, per impedire ai malavitosi di partecipare alla competizione elettorale.
Questo sintetico sommario delle iniziative della memoria racconta la partecipazione e la consapevolezza di tanti ragazzi e ragazze nelle scuole da nord a sud del Paese, consapevolezza del mostro dalle mille teste che afferra il paese legale e vuole divorarlo, succhiandone fino all’ultima goccia di energia, e partecipazione di uomini e donne di buona volontà che vogliono resistere, combattendo con le armi del rispetto della legge e della coscienza civile.
A tutti costoro occorre dare sostegno e coraggio, non lasciarli da soli, non abbandonarli alle sirene di falsi profeti, né in balia di poteri oscuri e spesso criminali.
Costruire ponti e reti di collaborazione e di lavoro comune, come traspare dalle cronache di questi incontri, è il compito che ci siamo prefissi con l’intento di curare la memoria e di conservare principi e valori. Per tale compito ci auguriamo di avere al nostro fianco sempre le istituzioni. 

La Fondazione TUTTA


martedì 23 maggio 2017

Conferenza finale Veneto


Venerdì 19 maggio appuntamento conclusivo con le Giovani sentinelle del Veneto. A Padova, nell'Auditorium della Divina Provvidenza di Sant'Antonio, si sono ritrovati ragazzi e ragazze delle scuole della regione che hanno partecipato al percorso di legalità e cittadinanza.
Ricco e denso di contenuti il programma della giornata, anche per la vicinanza all’anniversario del 23 maggio, alla quale è mancata la partecipazione di chi ha il governo della cosa pubblica in Veneto. Nonostante la Fondazione abbia rivolto ripetuti inviti e appelli, telefonato e inviato mail la Regione, che finanzia il progetto, non è stata rappresentata all’incontro.
Ad aprirlo l’intervista di Umberto Lucentini al vescovo di Padova, Claudio Cipolla, per ricordare don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia a Palermo nel quartiere di Brancaccio. Nella sua vita quotidiana il sacerdote ha offerto la migliore testimonianza di cosa fare nelle realtà sociali più difficili per contrastare la cultura e le seduzioni mafiose. Aprire spazi di socialità, offrire occasioni di confronto e di discussione, contrastare le lusinghe della criminalità organizzata che attira i giovani facendo intravedere la possibilità del riscatto sociale e della propria affermazione nel divenire uomini d’onore. A tutto questo si è dedicato don Puglisi, a mani nude, con l’esempio e l’azione quotidiana, e questa sua semplice opposizione è stata fatale.
I mafiosi non tollerano che gli uomini e le donne alzino la testa, affrontino la vita con dignità e coraggio, esigano i propri diritti, facciano valere la propria intelligenza. In un certo senso possiamo leggere una certa affinità con qualche passaggio di Antonino Caponnetto sul valore dell’istruzione, sulla paura che ha la mafia della cultura e di avere di fronte, ad opporsi, uomini e donne che hanno studiato e sono capaci di decodificare i linguaggi e le minacce mafiose. Monsignor Cipolla ha poi ricordato il suo incontro con Antonino Caponnetto, il viaggio a Brancaccio, il buon esempio di servire la legalità non obbedendo semplicemente alle leggi, ma andando dentro la legge stessa per coglierne lo spirito autentico.
Ad arricchire il ragionamento hanno contribuito le parole di un testimone di giustizia, un uomo che non si è macchiato di alcun delitto che ha voluto però offrire la propria testimonianza per consentire ai giudici di raccogliere prove, processare e condannare i mafiosi. Il suo racconto è stato accolto in silenzio e con grande emozione perché il testimone ha dovuto presentarsi sul palco con il volto coperto per motivi di sicurezza.
Cresciuto a Brancaccio, la sua non era una famiglia mafiosa né aveva legami con famiglie mafiose. In quel contesto era però fortissima la seduzione di divenire uomo d’onore, affascinato dal potere e dal suo esercizio, con l’illusione che il proprio valore di uomo fosse nel comandare con la forza e la violenza. L'incontro con don Puglisi ha mutato il corso della sua vita in molti sensi: ha evitato la trappola della violenza e del potere mafioso, ha scelto la legalità e il rispetto mettendo a repentaglio la propria vita con la denuncia, accettando le conseguenze di una vita “nell’ombra”.
A concludere questa parte dell’incontro Laura Piazza ha letto un brano dal racconto di Piera Aiello anche lei testimone di giustizia.
Nel solco dell’impegno ad essere cittadini e cittadine attivi e responsabili le giovani sentinelle del Veneto hanno brevemente ricordato i propri progetti: lavori che sono la prova migliore di quanto si possa fare a scuola, con l’istruzione e l’esempio, grazie alla guida e all’impegno degli insegnanti, partigiani dei valori, come li definiva Antonino Caponnetto.
Da Padova a Rovigo, da Venezia  a Verona ragazze e ragazzi che hanno partecipato o assenti per le difficoltà a raggiungere l’Auditorium anche per i costi talora alti per pagare il biglietto del treno o del pullman, hanno ricordato i temi su cui si sono impegnati: l’ambiente nelle varie declinazioni e i rifiuti, gli spazi a scuola e in città, il bullismo e il cyberbullismo, tutte questioni che preoccupano loro e con questo fanno intravedere la stoffa dei cittadini. Avrebbero bisogno di una più attenta interlocuzione e di avere più spazi nei luoghi in cui vivono per poter esercitare al meglio la propria cittadinanza.
Il nostro augurio è che l’esperienza delle giovani sentinelle aiuti ad accrescere la consapevolezza di tutto ciò e apra dei varchi nello spazio pubblico dove ci si confronta e si discute, dove si decide e si sceglie.
Con questo augurio ci siamo dati appuntamento per venerdì 20 ottobre a Firenze, nel teatro Verdi, per la Conferenza finale, quando qualche delegazione di loro sarà presente per interloquire con deputati e senatori sui temi che hanno approfondito quest’anno.


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Responsabile Nazionale Progetto Scuola

sabato 20 maggio 2017

Incontro con le giovani sentinelle viterbese

Mercoledì 17 maggio ultimo appuntamento nel Lazio con le Giovani sentinelle del Viterbese. A Bassano Romano, nella sala della Casa delle culture, ad accogliere i giovani  e la Fondazione il sindaco Emanuele Maggi, convinto sostenitore dei percorsi di educazione alla legalità. Avrebbero dovuto essere due le scuole a partecipare, il Liceo delle scienze umane di Bassano e il Liceo Meucci di Ronciglione. Ma studenti e studentesse di quest'ultima scuola non hanno potuto partecipare all'incontro per la difficoltà a raggiungere con mezzi pubblici il luogo previsto per l'incontro ma anche per l'assenza della propria insegnante. Più volte siamo stati testimoni di situazioni analoghe: un raffreddore o un’indisposizione di un’insegnante impediscono ai giovani di partecipare e questo impedimento rinvia allo statuto di una disciplina come Cittadinanza e Costituzione che galleggia in una condizione anonima e indecifrabile. La Fondazione ha più volte dichiarato che è necessario definire la condizione di questa disciplina, e il problema è tanto più urgente perché il groviglio di problemi legati alla legalità e alla cittadinanza richiedono interventi tempestivi e convinti.
Non vi è stato perciò confronto fra le due scuole, nessuna delle due ha potuto fare tesoro dell’esperienza dell’altra, che è poi uno dei tratti caratteristici del progetto. Collegare in rete scuole diverse, studenti e studentesse che vivono in contesti differenti è stato sempre uno dei caratteri del progetto che ha sollecitato all’impegno e alla curiosità, alla ricerca di nuove esperienze e alla esplorazione di linguaggi.
I giovani di Bassano Romano hanno tenuto fede a questi intenti approfondendo ulteriormente le loro proposte sul tema della legalità.
Dopo aver conosciuto meglio Antonino Caponnetto con il racconto di due studentesse, hanno illustrato il calendario colorato per la raccolta differenziata, arricchito di nuove indicazioni; i giochi per bambini per educare a distinguere i rifiuti hanno ricevuto apprezzamenti e sostegno, le indicazioni in lingua per i buoni comportamenti sono stati insieme un compito e una bella esperienza di educazione civica.
A interloquire il sindaco, Emanuele Maggi che ha apprezzato moltissimo la fatica di ragazzi e ragazze e si è soffermato a ragionare delle modalità per dare seguito alla collaborazione fatta di attenzione alle proposte, ricognizione delle opportunità di realizzare quelle più incisive, informazione.
L’incontro è divenuto occasione di esplorare le occasioni per lavorare insieme e Domenica Ripepi, dirigente scolastica delle due scuole, ha ribadito nel suo saluto la propria disponibilità a ricercare soluzioni per dare seguito a questo lavoro in ambito scolastico, non solo quello dell’istituto che dirige ma anche altri, come gli istituti comprensivi e, in particolare, i segmenti della primaria e dell’infanzia dove possono essere utilizzati i giochi.
In questo clima tutti hanno espresso l’auspicio di proseguire il percorso anche con il Liceo Meucci nel prossimo anno scolastico e la Fondazione ha invitato una delegazione di ragazzi e ragazze alla Conferenza finale del prossimo 20 ottobre a Firenze.


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venerdì 19 maggio 2017

Incontro con le giovani sentinelle pratesi

Ultime a ritrovarsi in Toscana per il terzo appuntamento le giovani sentinelle pratesi. Martedì 16 maggio, nel bel teatro del convitto Cicognini ragazzi e ragazze delle classi della media inferiore dell'istituto che ha ospitato l'incontro e coetanei e coetanee del comprensivo Salvemini La Pira di Montemurlo sono stati accolti dalla consigliera provinciale, Claudia Longobardi, e dalle assessore all'Istruzione di Prato, Maria Grazia Ciambellotti, e Montemurlo, Rossella De Masi.
Dopo il saluto di Giovanna Nunziata, Dirigente scolastica del convitto, che ha voluto sottolineare l’importanza dei percorsi educativi alla legalità la Fondazione ha introdotto i lavori ricordando le articolazioni del progetto, l’importanza che i giovani abbiano interlocutori attenti e disponibili, amministratori con cui confrontarsi e discutere per fare esperienza di cittadinanza. Per queste ragioni, con ostinazione, richiediamo e, talvolta, rincorriamo chi ha il governo della cosa pubblica invitandolo ad essere presente, a non mancare l’appuntamento, ad avere un comportamento esemplare che ristabilisca il valore della politica. Di quella buona, di cui abbiamo un gran bisogno. E le nostre parole, i nostri report non sono stati vani, né puro esercizio retorico, perché la presenza degli amministratori all’incontro ha dato vivacità: studenti e studentesse erano curiosi, avevano preparato domande e richieste, sollecitando precisazioni e puntualizzazioni.
Ad esordire sono stati i giovanissimi del Cicognini: hanno approfondito il tema della legalità osservando la vita quotidiana della loro città con una ricognizione delle zone a rischio dei quartieri, grazie anche a mappe e a immagini, mettendo in rilievo le ragioni e, conseguentemente, hanno sollecitato l'adozione di comportamenti corretti da parte di cittadini e cittadine, l'intensificarsi della vigilanza da parte delle autorità pubbliche e la riqualificazione di alcune aree particolarmente a rischio. La legalità riguarda ogni aspetto della vita, dalla cura degli altri e dell'ambiente in cui viviamo ai rapporti con il prossimo, dalle regole della convivenza a quelle nella scuola. Hanno poi offerto delle riflessioni sulla criminalità reale e percepita.
Hanno poi preso la parola i coetanei del comprensivo Salvemini La Pira.
Un primo gruppo si è soffermato sullo spreco di cibo con un’attenta disamina di ciò che accade in ogni plesso della propria scuola: stoviglie e piatti usati, acqua in bottiglia o in caraffa, quanto e quale cibo rimane.
Un secondo gruppo ha approfondito la questione del risparmio di energia e degli sprechi dell’acqua, nonché della raccolta differenziata, riprendendo un tema più volte sollecitato dai giovani di altre scuole negli anni passati: l’enorme quantità di bottigliette di plastica che potrebbe essere ridotta con l’istallazione di una fontanella in ogni scuola.
Claudia Longobardi ha preso la parola per prima e ha ringraziato per l'invito perché ha potuto apprezzare la capacità di questi giovani e il loro impegno in questo percorso di educazione alla legalità. 
Maria Grazia Ciambellotti si è soffermata sulle questione sollevate dai giovani di Prato per  poi ampliare l’orizzonte: non è sufficiente lavorare sull'ordinario, che è importante e urgente, ma occorre pensare in grande, promuovere grandi progetti di riqualificazione con il rifacimento di alcuni edifici, individuare funzioni e trasformare spazi rendendoli sempre più vivi e, in questo modo, più difficili da aggredire dal malcostume spicciolo, che favorisce quotidianamente il degrado, e dalla criminalità grande e piccola. Ha indicato alcuni interventi di rilievo: dall’area del vecchio ospedale dove sarà realizzato un grande parco con un concorso al parco fluviale lungo il fiume Bisenzio con punti di attrazione, sportiva, culturale che divengono punti di sorveglianza, agli interventi e al monitoraggio con operatori di strada nella zona della stazione di Porta al Serraglio azione di contrasto, grazie anche alla collaborazione con il questore. Infine al Soccorso, con l'interramento della declassata e la riqualificazione e trasformazione dell’area in parco, si costituirà un polmone verde fra i tanti palazzi.
Ha ricordato che gli interventi previsti a dare corpo a questa idea del futuro di Prato richiedono sempre il rispetto delle procedure che è garanzia dei diritti per tutti. 
Rossella De Masi ha ripreso i ragionamenti illustrati già in occasione dell’appuntamento a Montemurlo facendo partecipi delle riflessioni sullo spreco alimentare, degli interrogativi sui comportamenti di chi fruisce della mensa, anche ragazze e ragazzi di Prato, perché le sue domande richiedono a ciascuno e a ciascuna uno sforzo di riflessione sui nostri modi di comportarci a tavola e in genere con l’alimentazione. Ha pure voluto sottolineare l’ampiezza della legalità e dell’essere cittadini responsabili facendo cenno anche ad altri aspetti del vivere quotidiano e di quanto si fa  a scuola: educazione stradale, protezione civile. In questo senso ha ripreso pure il tema dei rifiuti abbandonati per strada o all’aperto.
E questo tema dei rifiuti ha attraversato con urgenza e sollecitazioni varie i progetti di quest’anno, lasciando intravedere come la scuola rifletta le preoccupazioni dei nostri tempi attraverso le riflessioni di studenti e studentesse. La cronaca preoccupa e non poco e i giovani segnalano e fanno proposte che avrebbero bisogno sempre di un ascolto attento e partecipe da parte di adulti e di coloro che hanno il governo della cosa pubblica. Perché, concordano tutti, abbiamo bisogno del contributo di ciascuno. Ma allora la nostra domanda è più che legittima: perché non diamo spazio adeguato alle sollecitazioni e alle idee che vengono dalla scuola? Le giovani sentinelle hanno offerto e offrono impegno e responsabilità, tocca agli uomini e alle donne di buona volontà avere orecchi attenti all’ascolto e aprire loro varchi.


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mercoledì 17 maggio 2017

Incontro con le giovani sentinelle aretine

Lunedì 15 maggio sono le giovani sentinelle del Comprensivo Dovizi di Bibbiena e del Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo a ritrovarsi per il terzo appuntamento. Nella Sala dei Grandi però nessun amministratore ad attenderli, ad accoglierli, né della Provincia né del Comune di Arezzo, nonostante in marzo avesse fatto ben sperare ragazzi, ragazze e genitori l’attenzione dell’assessora Tiziana Nisini. Era solo una illusione! Avevamo avvisato i ragazzi a vigilare e far sì che le promesse si trasformassero in impegno di tutta l'amministrazione, ma così non è stato. Assente anche il Comune di Bibbiena, sempre presente in passato, aggiungendo così delusione a delusione. Tre Istituzioni: tre assenze! Tutte giustificate? No!
Non vi sono giustificazioni per chi è chiamato a dare il buon esempio, chi è invitato può essere sostituito anche all’ultimo minuto, né si può mancare quando a chiamare sono i giovani: come possiamo definirli futuro del nostro Paese se non dialoghiamo e ci confrontiamo  escludendoli di fatto dalla vita della comunità?
Con grande imbarazzo dinanzi a questa evidente contraddizione abbiamo dato inizio all’incontro,  ancora una volta il fardello della formazione spetta alla scuola. La Fondazione ha più volte fatto appello alle istituzioni di buona volontà, chiedendo loro di tenere comportamenti esemplari in situazioni come quella di cui siamo stati testimoni ad Arezzo. Abbiamo elogiato le buone pratiche e l’attenzione riservata a ragazzi e ragazze, come è accaduto lo scorso 27 marzo proprio ad Arezzo: «La Fondazione ha ringraziato Tiziana Nisini, illustrando il percorso delle giovani sentinelle in tutte le sue articolazioni e le finalità, e lo spirito del progetto pare coincidere per buona parte con gli intendimenti della stessa assessora: l’ascolto, il confronto, lo scambio e poi ricercare delle risposte comuni. Dopo aver salutato ragazzi e ragazze, ha dichiarato che avrebbe ascoltato con attenzione in quanto il suo assessorato segue da tempo con molta attenzione la questione e quindi il contributo offerto dai giovani avrebbe sicuramente arricchito le conoscenze del fenomeno e offerto spunti di riflessione. Al contrario delle esperienze degli anni scorsi, questa disponibilità dell’assessora è stata di buon auspicio per uno scambio proficuo e continuo, rompendo con un atteggiamento di silenzio degli ultimi due anni». Con queste parole avevamo sottolineato nel report la partecipazione e la disponibilità al dialogo.
Hanno preso la parola gli studenti e le studentesse più grandi del Liceo Piero della Francesca con il tema della violenza sulle donne. Hanno affermato che è un argomento di cui spesso si parla nei giornali e in Tv ma solo quando si arriva alle manifestazioni più drammatiche come lo stupro o il femminicidio. Hanno voluto invece esaminare le espressioni meno eclatanti di questo problema riferendosi soprattutto alla loro fascia di età. Anche fra le coppie di adolescenti si stanno, infatti, diffondendo comportamenti aggressivi sia a livello fisico che psicologico. Hanno riflettuto sul fenomeno nelle sue linee generali, senza specifici riferimenti all’età delle donne vittime di violenza. Sono passati poi a studiare come la violenza si può manifestare fra i loro coetanei anche se non si è consapevoli. Attraverso siti istituzionali e quotidiani online hanno cercato di capire le caratteristiche e le dimensioni del  fenomeno e di come esso si manifesti.
Attraverso l’analisi di una ricerca di Telefono Azzurro e Doxa del 2014 hanno scoperto che ci sono degli elementi che accomunano il fenomeno sia tra gli adulti che tra gli adolescenti.
Grazie anche all’incontro con le volontarie dell’associazione “Pronto donna” hanno  compreso meglio il fenomeno della violenza e le difficoltà che incontrano le donne che ne vogliono uscire. L’associazione si rivolge solo a donne maggiorenni e, conseguentemente, i dati forniti riguardano un campione di età che va dai 18 anni in su, ma i dati acquisiti fanno comprendere che anche alle ragazze più giovani può capitare di trovarsi in una situazione a rischio.    
Hanno arricchito il loro studio con slide e un questionario da cui è emersa la professionalità e l’impegno grazie ai propri insegnanti. Infine hanno emozionato i presenti, anche i più piccoli, con due filmati per la cui realizzazione hanno collaborato con passione accanto alle ragazze anche i loro compagni di scuola.
È stata poi la volta dei giovanissimi del Dovizi di Bibbiena. Rimbocchiamoci le maniche il loro tema. Già lo scorso anno si erano occupati del degrado della loro scuola, quest’anno hanno realizzato una mappa dei luoghi in città che versano in stato di degrado, ne hanno parlato in marzo con l’Amministrazione e con i genitori. In quella occasione il  loro entusiasmo e la loro passione aveva convinto tutti a ricercare soluzioni e, nel corso dell’incontro, con un filmato da loro girato hanno documentato il loro impegno in difesa della propria scuola: con l’aiuto di genitori e nonni hanno imbiancato la propria scuola, mentre nei corridoi, utilizzando colori vivaci, hanno abbellito e arricchito gli spazi con frasi inneggiando alla vita, alla cultura, alla musica.
Un ragazzo ha voluto esprimere tutto il suo entusiasmo per questa esperienza affermando che il prossimo anno iscrivendosi ad un istituto superiore si farà testimone di presentare il progetto giovani sentinelle ai suoi nuovi compagni.
Questo entusiasmo e questa passione giovanili alimentati dal proprio protagonismo rischiano di essere scambiati per un semplice lavoro di supplenza o, meglio, di sostituzione. Non vorremmo che le tante esperienze come questa che si moltiplicano e si amplificano, anche grazie al nostro progetto delle Giovani sentinelle, venisse scambiato per una sorta di tappabuchi alle carenze e alle mancanze di chi amministra la cosa pubblica. Sono, questi percorsi di educazione alla cittadinanza, modi e occasioni per sollecitare ciascuno e ciascuna alla responsabilità, a comportamenti corretti, al rispetto delle norme, a consolidare il principio di cura degli altri e dell’ambiente. Ma tocca a chi è stato scelto a guidare l’amministrazione ricercare risorse e mantenere in buono stato edifici e beni, non cedere alla tentazione di aver assolto al proprio compito fornendo la tinta per imbiancare pareti.
Grazie al confronto, allo scambio di idee, all’esposizione delle proprie proposte studenti e studentesse hanno potuto conoscere ed esplorare mondi nuovi, scoprire altre opportunità, condividere riflessioni diverse. Con questo bagaglio abbiamo dato loro appuntamento al 20 ottobre nella speranza che non venga meno il dialogo e il contributo di uomini e donne delle Istituzioni di buona volontà.


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martedì 16 maggio 2017

Incontro con le giovani sentinelle pistoiesi

Nella sala Nardi del Palazzo della Provincia di Pistoia i giovani dell'Istituto comprensivo Caponnetto di Monsummano e dell'Istituto tecnico Capitini di Agliana sono stati i protagonisti di questo terzo appuntamento del 12 maggio.
Ad accoglierli l'assessora all'Istruzione e vice sindaco di Agliana,  Luisa Tonioni, e l'omologa di Monsummano, Elena Sinimberghi. 
Nell'introdurre i lavori la Fondazione ha sollecitato i giovani a resistere, ad essere intransigenti sui valori e sulle buone pratiche, a perseverare nei comportamenti coerenti con i principi e nella fiducia nelle istituzioni, in tutto ciò fedeli all’insegnamento di Antonino Caponnetto.
Ha proseguito rilanciando la necessità che questi percorsi di educazione alla legalità e alla cittadinanza ricevano sostegno culturale e finanziario da parte delle istituzioni pubbliche, polemizzando con tanta retorica di chi si chiede quanto costa l’antimafia, retorica che si scorda i costi della mafia, non solo in termini di risorse finanziarie ma anche sociali e culturali.
Ad esordire sono stati i giovanissimi di Monsummano: la retomania o, per dirla meglio, la dipendenza dalla rete, un fenomeno recente che ha assunto via via profili preoccupanti, è stato il tema scelto da ragazze e ragazzi che hanno lavorato con passione, utilizzando strumenti e modalità differenti per farci capire meglio questo aspetto della loro esperienza quotidiana. La rete offre grandi opportunità ma lascia soli i giovani che non interagiscono con compagni e compagne, sono impoveriti nei loro rapporti sociali e, per quanto connessi, costantemente corrono il rischio della esclusione. Per questo hanno proposto la pratica sportiva, sottolineandone il valore di inclusione sociale, la possibilità che regala di esplorare i propri limiti, la promozione di alcuni valori come il rispetto delle regole, la collaborazione, la lealtà. Per sostenere il loro ragionamento hanno prodotto interviste ad esperti e insegnanti, a compagni e compagne.
Ne sono scaturite alcune proposte di attività, a scuola e sul territorio, legate alla pratica sportiva anche non agonistica e alcune richieste agli amministratori di valorizzare spazi e occasioni per incontrarsi e fare attività insieme.
Poi è toccato ai giovani del Capitini che hanno esordito ricordando il bel lavoro svolto dai propri compagni lo scorso anno, un modo per ringraziarli e ricevere il testimone di sentinelle. Avevano ripulito e imbiancato la propria aula quelli, a sfidare compagni e compagne a prendersi cura della scuola che frequentano, degli spazi che abitano quotidianamente, e gli studenti e le studentesse della classe quarta di quest’anno hanno deciso di occuparsi di Rifiuti: raccolta e riciclo. Nel solco dello scorso anno ragazze e ragazzi hanno scelto di promuovere un tema che richiede un mutamento dei propri comportamenti, un’attenzione al bene comune, uno sguardo lungimirante. Hanno lavorato con una rete di scuole per sensibilizzare e rendere consapevoli compagni e compagne dell’importanza della questione, per questo hanno somministrato un questionario con informazioni e dati personali, abitudini sulla raccolta a scuola, informazioni sul territorio di Montale, cosa fare per la raccolta a scuola. Questa massa di dati ha costituito il punto di partenza di alcune richieste: aumento del numero dei cestini all'interno dell'istituto, ausili per sollecitare la differenziata, una fontanella di acqua per la riduzione del consumo di plastica. Il tema del progetto è stato  illustrato nell’assemblea d’istituto dove hanno presentato anche il logo.
Questa particolare attenzione alle questioni del rispetto delle norme e alla promozione della cittadinanza attiva da parte di studenti, studentesse e degli insegnanti della scuola di Agliana ha avuto un riconoscimento significativo nella scelta della particolare rilevanza data ai due temi nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa dell’istituto.
Luisa Tonioni ha subito sottolineato che grazie al lavoro di studenti e studentesse è possibile tirare fuori il meglio del nostro Paese, le proposte dei giovani favoriscono la predisposizione alla legalità e favoriscono la consapevolezza di essere cittadini della propria comunità, sentendosi parte attiva, proponendo soluzioni, riflettendo e discutendo.
Vi è una difficoltà nel dare risposte legata anche alle risorse che sono sempre insufficienti.
Elena Sinimberghi ha ringraziato tutti per le sollecitazioni che sono venute nel corso della mattinata e ha subito invitato studenti e studentesse di Monsummano alla Scarpata che si terrà domenica prossima come prima occasione per proseguire in questo confronto. Ha auspicato uno scatto di fantasia, un colpo d’ala per ampliare i confini della discussione pubblica, ma anche le modalità, per sfuggire alle ritualità che appesantiscono il dibattito e mortificano la partecipazione.
La Fondazione ha riproposto all’attenzione, in tema di riduzione dei rifiuti, il vecchio progetto della fontanella d’acqua dell’altro istituto pistoiese, il Liceo Petrocchi, vecchio ormai di otto anni, che non ha avuto risposte da parte degli amministratori pubblici. Questa buona pratica rilanciata dagli studenti dell’istituto Capitini non ha costi proibitivi e consente di promuovere comportamenti virtuosi contro gli sprechi e una consapevolezza maggiore di quanto ciascuno e ciascuna possa fare con le proprie azioni quotidiane.
Vi è poi un’altra considerazione da fare: le due proposte che abbiamo ascoltato nella sala Nardi possono essere oggetto di discussione e confronto fra le due scuole, avviare la riflessione in ciascuna del tema proposto dall’altra, giovani che sollecitano altri giovani, più grandi o più piccoli, a comportamenti e pratiche quotidiane in una sorta di rimbalzo, un cerchio sempre più largo, inclusivo e arricchente. Forse una prima opportunità di rompere lo schema della discussione pubblica chiusa.
Con queste suggestioni si è concluso l’incontro dandoci appuntamento al 20 ottobre per la Conferenza finale.


Sergio Tamborrino
Responsabile Toscana Progetto Scuola

lunedì 15 maggio 2017

Incontro con le giovani sentinelle Pisane

Giovedì 11 maggio l’appuntamento  con le Giovani sentinelle è a Pisa. Ragazze e ragazzi dell'ISIS Pesenti di Cascina, del Liceo Carducci di Volterra e i giovanissimi del comprensivo Niccolini di Ponsacco si sono ritrovati nella sala consiliare della Provincia di Pisa. Ad accoglierli il dott. Salvatore Giangrande, segretario generale della Provincia, in rappresentanza del presidente Marco Filippeschi, e l’assessore all’Istruzione e vice sindaco di Ponsacco, Fabrizio Gallerini.
Salvatore Giangrande ha salutato i giovani dei tre istituti ricordando l'importanza di ciascuno e ciascuna per il contrasto alla mafia e per tale obiettivo occorre promuovere l'educazione alle regole con cui  sviluppare una consapevolezza dei rischi dei fenomeni criminali. Poi vi è l’altro elemento, la trasparenza, che è lo strumento con cui ci si oppone alla corruzione e si ristabilisce una fiducia nelle attività della pubblica amministrazione.
Nell’introdurre i lavori la Fondazione ha ricordato l’articolazione del progetto che prevede questo terzo appuntamento nel corso del quale studenti e studentesse fanno esperienza di cosa accade nella scuola accanto, scoprire temi e interessi differenti, modi di affrontarli diversi, altri linguaggi, arricchendo così il proprio bagaglio di esperienze. Questo confronto avviene nello spazio pubblico perché vogliamo ribadire quanto esso sia importante e quanto sia necessario che siano aperte le porte per ragazzi e ragazze in modo da consentire loro l’esperienza dell’attività politica nel senso più proprio di occuparsi della polis. E i temi scelti dalle tre scuole hanno confermato questa nostra intuizione.
Ad esordire le due classi dell’Istituto Pesenti di Cascina: Territorio ed uso dei fanghi il tema scelto. Con l’ausilio di slide hanno ricostruito il percorso dei fanghi, da residuo allo smaltimento, mettendo in evidenza come la criminalità organizzata possa infiltrarsi in ogni passaggio per trarne profitto. Per quanto possa apparentemente sembrare lontana la questione ha connessioni con la nostra quotidianità perché talvolta vengono riutilizzati in agricoltura. Si sono poi soffermati sullo smaltimento illegale dei rifiuti che mette a repentaglio la nostra salute. Per questo lavoro hanno chiesto la collaborazione del presidio di Slow Food di Cascina e hanno realizzato l’intervista al responsabile dell’associazione.
Ben diverso il progetto dei giovanissimi di Ponsacco che hanno offerto con interviste e immagini le loro riflessioni sulla libertà, sul suo significato e sul valore, sulla responsabilità personale e sul rispetto delle regole, a scuola e a casa. Con queste premesse hanno poi realizzato un video, con alcuni e alcune di loro protagonisti, sul tema del bullismo e hanno approfondito con testimonianze quello specifico del cyberbullismo.
Infine i giovani di Volterra. Le classi di prima che hanno partecipato al progetto si sono dedicate alla chiarificazione e puntualizzazione di alcuni termini che riguardano il nostro vivere in comune e i principi della Costituzione. Con Diventare cittadini è venuto fuori una sorta di vocabolario di cui avere padronanza per poter muoversi entro la complessità delle questioni di cui ci occupiamo: la democrazia, l’uguaglianza, i diritti sono tutte nozioni di cui abbiamo bisogno per poterci orientare nel contrasto alla criminalità e nell’affermazione di una cittadinanza responsabile.
Salvatore Giangrande ha molto apprezzato quanto i giovani hanno prodotto, testimonianza del loro impegno e serietà, ma soprattutto consapevolezza dei diritti, della necessità di essere intransigenti nel rispetto delle regole. Ha ricordato il lavoro faticoso dell’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone e di come sia necessaria l’attenzione alle attività quotidiane dell’amministrazione pubblica, nel segno della trasparenza e dell’osservanza delle norme.
Fabrizio Gallerini ha rinnovato l’appello ai giovani ad occuparsi della politica, a scegliere la fatica quotidiana di farsi carico dei problemi della comunità in cui si vive, sfuggendo a tanta retorica che getta discredito su chi si occupa del governo della cosa pubblica. Occorre distinguere, separare il bene dal male e avere il coraggio della sfida. Ha ricordato il suo impegno ad incontrare i giovani di Ponsacco al più presto per discutere con loro dei temi sollevati.
Questo spirito di apertura e di confronto rianima e rafforza la fiducia nel nostro compito di chiarire e rendere sempre più perspicuo il senso della cittadinanza che è la grande sfida da affrontare e vincere per costruire un Paese più giusto.
Con tutti ci siamo dati appuntamento per la Conferenza finale di venerdì 20 ottobre al teatro Verdi di Firenze. 


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

sabato 13 maggio 2017

Incontro con le giovani sentinelle Carrarese

Mercoledì 10 maggio sono le giovani sentinelle della provincia di Massa Carrara ad essere protagonisti della giornata. Sono tantissimi e provengono tutti da scuole di Carrara, per questi motivi l'incontro si è tenuto nuovamente nella bella sala del Teatro Garibaldi della città. Una platea enorme quest’anno, ventitré classi hanno aderito al progetto, circa  quattrocento  ragazzi e ragazze accompagnati dalle proprie insegnanti.
Ad ospitarli in questo terzo incontro è la loro Provincia, in sala vi è il gonfalone, a testimoniare l’attenzione e il rispetto del lavoro svolto dai ragazzi e del ruolo della scuola, ma soprattutto dimostrazione di senso delle istituzioni nei confronti dei propri giovani cittadini. A rappresentare il Consiglio Sabrina Bertelloni, mentre per il comune di Carrara era presente la vice sindaca Fiorella Fambrini. Il vice prefetto Domenico La Rosa ha salutato i ragazzi e ha rinnovato loro il monito ad essere vigili ed attenti nel rispetto delle regole, cittadini attivi e consapevoli. Ha aggiunto che la mafia muta atteggiamenti dai luoghi di origine, ma non la sua pericolosità, come ad esempio in Toscana o in altre parti d'Italia dove riciclano denaro proveniente dalle attività illecite e proprio per questo bisogna promuovere a scuola il germe della legalità fra le giovani generazioni.
L’incontro si è aperto con la proiezione di un video degli studenti e delle studentesse della Scuola media Taliercio di Marina di Carrara e come tutte le altre scuole ha consegnato tutti i materiali che saranno inclusi nel volume pubblicato annualmente a cura della Fondazione, volume che sarà presentato il 20 ottobre prossimo in occasione della Conferenza finale del progetto. Il tema è quello del recupero del Fortino di Maria Beatrice, in stato di abbandono nella zona vicina alla pineta  antistante il porto di Marina di Carrara.
Tante le idee: un’area giochi dove bambini e genitori possano divertirsi e rilassare, una gelateria, un negozio di fiori e di erbe officinali tipici della macchia mediterranea, una paninoteca, una libreria con scambio di libri, una creperia con i prodotti  locali, un chiosco estivo o uno spazio per il cinema all’aperto.
A seguire i giovani delle scuole Carducci e Tenerani che hanno approfondito la questione della cura e del ripristino dei beni storici: arredi urbani del centro storico come punto di rinascita, di aggregazione grazie ad iniziative culturali o di intrattenimento affinché ritorni il centro vitale della città con l’impiego anche delle nuove tecnologie wi-fi.
Non da meno sono state le proposte delle scuole primarie Saffi e Marconi con i bambini che hanno messo in evidenza, ancora una volta, il desiderio di godere di spazi verdi e luoghi di gioco e ritrovo individuando come ideale il recupero del Parco della Padula, una vasta zona verde appena fuori città, spazio con tante criticità ma anche dalle enormi potenzialità che i giovanissimi hanno descritto con i loro disegni dopo aver fatto un sopralluogo “sul campo”.
La mattina si è conclusa con il video dei giovanissimi della Scuola primaria Mazzini di Bedizzano, paese delle Apuane appena sopra Carrara. Anche loro hanno lavorato ad una proposta di recupero di un piccolo giardino abbandonato che potrebbe essere portato a nuova vita diventando luogo di gioco e di ritrovo. Grazie ad un video coinvolgente con le parole che scorrevano sotto le immagini quel “Piccolo quadratino verde” è diventato testimonianza di denuncia e di contraddizioni:  hanno fatto notare come la nostra Carta costituzionale e, ancora prima, la Carta del fanciullo sanciscono il diritto al gioco, mezzi appropriati alle attività ricreative, mentre si nega invece questo diritto anche quando basterebbero poche risorse per completare la recinzione già realizzata per due lati e non vi sono altre difficoltà se non attrezzarlo.
Nel rispondere alle sollecitazione dei giovani, Fiorella Fambrini ha illustrato e disegnato quella che dovrebbe essere la Città ideale, rinviando però ad un futuro imprecisato l’apertura del parco che invece l'assessora alla Cultura Giovanna Bernardini aveva dato per certo ad aprile. Nessun accenno di segnale confortante al piccolo giardino dei bimbi!
Sabrina Bertelloni ha rilevato l’odierno stato di difficoltà e di poca chiarezza dei compiti e dei poteri dell’istituzione Provincia che ha come conseguenza di non poter più sopperire alle esigenze dei cittadini, ricordando però ai ragazzi che, nonostante tutto, l’impegno e le sollecitazioni ad agire non devono mai  mancare cosi come  il coraggio di essere cittadini attivi. Quel coraggio di cui sono testimoni anche silenziosi in tanti, come ad esempio Rita Atria, ragazza diciassettenne, che ha pagato con la vita la sua ribellione, schierandosi contro i suoi stessi familiari mafiosi per non esserne complice collusa.
In chiusura la Fondazione ha fatto appello alla responsabilità delle istituzioni e degli amministratori affinché non deludano i giovani, augurandosi che quanto proposto dai giovanissimi non sia rimandato ad un probabile futuro migliore ma diventi un punto fermo dell’attività amministrativa a breve, media e lunga scadenza.
Prima della fine abbiamo ricordato l'appuntamento di venerdì 20 ottobre al Teatro Verdi di Firenze luogo di discussione e di confronto fra giovani, amministrazioni locali e nazionali, per fare  scelte coraggiose di vero cambiamento e dare dignità al nostro Paese attraverso una seria lotta alla mafia, all’evasione e alla corruzione.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola