domenica 19 aprile 2015

Le giovani sentinelle di Massa incontrano i propri amministratori.

Come chiudere i secondi incontri con una fragorosa risata!

Martedì 14 aprile le giovani sentinelle di Massa incontrano i propri amministratori.
Nonostante le nostre innumerevoli comunicazioni riguardo il calendario degli appuntamenti  il Comune di Massa ci ha comunicato, solo a pochi giorni dall’incontro, l’indisponibilità per giovedì 9 aprile della sala consiliare perché occupata dallo stesso Consiglio comunale. Non vogliamo pensare che se ne fossero dimenticati e quindi vogliamo credere che fosse un Consiglio straordinario e, rispettosi dei lavori dell’Amministrazione, abbiamo chiesto di posticipare l’incontro con le giovani sentinelle del luogo a martedì 14 aprile sempre alla stessa ora. Abbiamo concordato data e ora con le due scuole coinvolte e le rispettive insegnanti confidando che gli amministratori di Massa  apprezzassero la sensibilità istituzionale di ragazzi e ragazze dinanzi alla richiesta di posticipare un appuntamento fissato da tempo. Al contrario, con nostro stupore, abbiamo dovuto far seguire un’altra mail per avere la conferma della presenza dell’assessore Fiori, ma l’incontro si è dovuto comunque tenere nell’aula magna dell'Istituto comprensivo Don Milani perché lo stesso assessore ci ha comunicato telefonicamente che la sala consiliare era occupata.

Alle 17.30 studenti e studentesse dei due comprensivi della città: Don Milani e Staffetti Malaspina insieme a genitori e alle loro insegnanti hanno occupato le prime file della sala insieme all’assessore Mauro Fiori. La Dirigente scolastica, Marilena Conti, ha salutato l'assemblea e ha ringraziato, per il lavoro svolto, la Fondazione che ha introdotto i lavori, soffermandosi sulle articolazioni del progetto che promuove il protagonismo giovanile quale strumento per esercitare la cittadinanza attiva e sfuggire, così, alla facile retorica dei ragazzi e delle ragazze che «rimangono il futuro del nostro Paese». Occorrono scelte forti e segnali importanti da parte di cittadini e amministratori per favorire la partecipazione dei giovani alla vita pubblica, condizione essenziale per non emarginarli e per arricchire la democrazia, e in questo senso la Fondazione ha infine chiesto all’assessore Fiori di partecipare con  i ragazzi al terzo incontro che si terrà in Provincia il 28 maggio. In risposta abbiamo avuto un cenno affermativo.

Ad esordire sono gli studenti e le studentesse dello Staffetti Malaspina. Chiara, Greta, Lorenzo, Basma della terza A illustrano con un power point il percorso fatto mentre i coetanei della B leggono dei brani presi dai temi svolti in classe. Sara, Thomas, Dimitri, Sergio insieme ai loro compagni parlano della mafia, del pizzo, del coraggio di denunciare, delle figure di Peppino Impastato, Falcone e Borsellino. Hanno consapevolezza che la mafia non si trovi solo in Sicilia e che spetta a tutti essere attenti e vigili in difesa del proprio territorio. Matteo, Amira, Gabriele hanno deciso di impegnarsi in prima persona per dare l’esempio; vogliono occuparsi anche del decoro e della bellezza della loro città e per questo chiedono più cestini e si impegnano ad essere buoni cittadini. Viola rileva la presenza a Massa di isole ecologiche ma suggerisce l’introduzione del servizio porta a porta. Thomas, Sergio, Amira dicono che il comune può anche guadagnare dal riciclo dei rifiuti e suggeriscono di utilizzare queste risorse per migliorare il territorio. Matteo ribadisce come sia facile dove ci sia poco controllo l’inserimento delle associazioni mafiose.

I ragazzi chiedono la realizzazione di una pista ciclabile diffusa sul territorio urbano.

Concludono con un motto è tempo di stare bene insieme e si impegnano a definire meglio il proprio lavoro per maggio.

Alessandro, Rubina, Luca, Costanza di terza B chiedono più parcheggi per i residenti, un campetto da calcio o il miglioramento di quelli esistenti e la realizzazione di una piscina comunale.

Rilevano la presenza di buche nelle strade, scarsa manutenzione del paesaggio con conseguente rischio idrogeologico. Fanno notare che riqualificare la struttura delle ex colonie abbandonata da anni, potrebbe sopperire agli spazi carenti per lo svago per i ragazzi e dove manca anche un palazzetto dello sport.

Poi è toccato ai giovanissimi della scuola Don Milani. Il plesso della scuola elementare del Bagaglione è situato in una zona periferica, in aperta campagna e non ha una palestra, per questo i ragazzi sono costretti solo nei periodi di bel tempo a utilizzare i campi!

L’architetto Bruno Tonarelli genitore di un alunno ha contribuito al lavoro dei bambini e delle bambine. Loro hanno lavorato in gruppi elaborando un progetto a impatto zero, autosufficiente dal punto di vista energetico, facendo attenzione alla scelta dei materiali, degli alberi da frutto per tutto l’anno, giocando anche sui colori delle stagioni, o di un orto con la funzione di coinvolgere i contadini della zona e i nonni. Ogni gruppo ha proposto la propria idea circa la realizzazione della nuova struttura, il momento finale di sintesi delle cinque proposte dei ragazzi è stato realizzato dal genitore.

Il progetto realizzato è stato presentato a Mauro Fiori con la richiesta della presa in carico da parte dell’amministrazione, coscienti che non saranno loro a fruire di questi beni ma saranno altri ragazzi che verranno. Alla domanda di cosa ne pensasse, l’assessore ha risposto che quello dei giovani è solo Romanticismo! Prendendo spunto dall'osservazione dell'architetto Tonarelli che non si trattava di un disegno tecnico bensì pittorico come dei rendering, che hanno la funzione per una bella presentazione per i committenti. Pubblicità ingannevole o meglio con l’obiettivo di far innamorare il committente,  ha aggiunto, che più dei disegni ingannevoli per lui restava importante i costi!

È intervenuto un altro ragazzo chiedendo esplicitamente all’assessore Fiori se il Comune di Massa avesse intenzione di prendere in considerazione la loro proposta e trovare le risorse per la sua realizzazione. Questa volta la risposta è stata una risata.

Qualcuno ha parlato di finanziamenti europei, come se fossero sempre la soluzione per tutti i mali dopo anni di sperperi, e l’Europa dovesse intervenire a risolvere i nostri problemi, senza riflettere sulle responsabilità e sui comportamenti di ogni Paese.

La Fondazione è intervenuta per evitare che il confronto scadesse ulteriormente e ricordando che a Roccastrada l'amministrazione locale è impegnata e si è fatto carico di ricercare i fondi per la nuova scuola, come i ragazzi del Don Milani chiedono il diritto di avere una palestra! E non giocare per i campi perché questa realtà non l’hanno voluta loro ma è un amaro dono noi adulti gli stiamo lasciando. E non sono neppure sogni perché in molte zone d’Europa, ma anche in alcune parti d’Italia sono realtà!

A Massa i giovani hanno messo in evidenza alcuni problemi di cui non sono responsabili e chi ha il governo della città ha il dovere civico di dare delle risposte non di farsi delle risate. Quanto alle risorse per le politiche pubbliche, che non ci sono e che bisogna dare spazio ad altre priorità, occorre avere il coraggio di combattere la corruzione, l'evasione fiscale, la criminalità mafiosa con tutte le sue ricchezze. E tutto questo non è romanticismo!

Chiudere il dibattito con le argute parole dell'assessore Fiori, negare il confronto e il dialogo, scaricare le colpe sui governi passati o presenti per avere tagliato i fondi non è accettabile.

Ma dobbiamo anche ricordare che discutere ha bisogno di tempo e non della fretta di un confronto che si è aperto alle 17.40 e alle 18.30 alcuni genitori volevano già andare via! Non credo ci possa essere esempi più negativi che chiudere il dibattito negando una speranza ai nostri giovani. Non vogliamo fare di tutto un’erba un fascio! Nei nostri report abbiamo riferito quante amministrazioni hanno accettato il dialogo, non sempre tutto è facile, non sempre tutto è possibile ma il compito di noi adulti è la responsabilità e in questo la Fondazione fa sul serio. Per questo motivo ricordiamo il grido di aiuto di Antonino Caponneto: Uomini e donne di buona volontà, se ci siete battete un colpo! Noi ci auguriamo di sentire al prossimo appuntamento di giovedì 28 maggio tanti colpi da parte dei ragazzi e delle ragazze quando saremo ospiti della Provincia di Massa.

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

giovedì 16 aprile 2015

Giovani sentinelle a Stazzema (LU) e a Fivizzano (MS).

 
Lunedì 13 aprile due appuntamenti rinviati per il maltempo di marzo con le Giovani sentinelle a Stazzema (LU) e a Fivizzano (MS).

A Stazzema ragazze e ragazzi dell'Istituto comprensivo Martiri di Sant'Anna con le proprie insegnanti sono stati accolti dal sindaco, Maurizio Verona, e dall'assessore all'Istruzione, Marco Viviani, nella bella sala Palazzo della cultura. Maurizio Verona ha salutato i giovani, gli insegnanti i genitori e i cittadini presenti e ha ringraziato la Fondazione per l’impegno nel promuovere la legalità. E al rispetto delle leggi ha fatto appello per ricordare l'enorme impegno del Comune ad avere giustizia e a tenere viva la memoria delle vicende della Seconda Guerra Mondiale e della strage di Sant'Anna. In secondo luogo ha ricordato alla platea come quello comunale sia un territorio ad alto rischio idrogeologico, un territorio fragile di cui avere molta cura per la quale è necessario il contributo di ciascun cittadino che diventi una vera e propria sentinella. Per queste ragioni ha dichiarato di apprezzare iniziative come il progetto della Fondazione che sono importanti non solo per i giovani ma per tutti, per sollecitare nei cittadini la consapevolezza che la difesa del territorio è un impegno da non delegare esclusivamente agli amministratori, ma deve essere l’intera collettività a farsene carico.

La Fondazione ha introdotto i lavori ricordando il grido di dolore di Antonino Caponnetto ai funerali di Paolo Borsellino: «Tutto è finito!» premessa all'impegno dell'ultima parte della sua vita a favore della cultura della legalità. Quell'impegno ereditato dalla Fondazione ha preso, nel tempo, la forma del progetto Giovani sentinelle, percorso di educazione alla legalità e alla cittadinanza che promuove il protagonismo dei giovani quale strumento per essere cittadini a pieno titolo e protagonisti nella discussione pubblica e nel confronto relativo ai problemi della comunità in cui vivono.

Ragazzi e ragazze hanno fatto esercizio di partecipazione e democrazia, come ha ricordato la loro insegnante, partecipando ai lavori, dibattendo, facendo proposte e votando per decidere. Alla fine le due classi seconde, sezioni A e B, hanno scelto di affrontare il tema del dissesto idrogeologico.

«La terra non è un'eredità che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un prestito che fanno i nostri figli a noi». Con questa citazione di papa Francesco hanno preso il via i giovani di Stazzema nell'illustrare la propria proposta e, con l'ausilio di slide e di immagini video, hanno ripercorso le distruzioni causate dalla frana del 21 gennaio 2014 quando in località Iacco c'è stata una frana dovuta alle piogge e alle scosse di terremoto. Tonnellate di detriti hanno invaso la strada principale rendendola inagibile, i ragazzi hanno dovuto abbandonare l’edificio scolastico.

Gli studenti hanno studiato l’articolo 9 della Carta Costituzionale, hanno ricercato la legislazione sulla tutela ambientale e raccolto informazioni sul dissesto idrogeologico, le frane, l'abbandono del territorio montano e sulla catastrofica alluvione che ha colpito il territorio il 19 giugno 1996; in quella tragica giornata il fiume che attraversa la vallata si ingrossò al punto da travolgere i paesi circostanti, causando numerose vittime e sfollati.

I ragazzi proiettano i servizi giornalistici realizzati dalla RAI nel giorno del drammatico evento accompagnandoli con una video-intervista da loro stessi realizzata raccogliendo le testimonianze dei sopravvissuti.

Al termine del filmato, con non poca emozione, hanno proposto la testimonianza di Trento Pirotti, nonno di Giorgia, studentessa dell'Istituto comprensivo e intervistatrice, che ha raccontato alla platea la sua esperienza diretta di quei tragici eventi. Dall'esperienza dell'alluvione è nata a Cardoso la pubblica assistenza, associazione dei cittadini.

Indagando sul dissesto idrogeologico i ragazzi hanno scoperto che si tratta di una perdita di equilibrio del suolo e del sottosuolo dovuta all’azione dell’acqua che colpisce soprattutto i versanti ed i bacini montani in fase di abbandono. Non esiste una natura cattiva o buona, tutto dipende da un cattivo o buono uso del territorio. Le conseguenze del dissesto sono costituite da erosione, desertificazione, valanghe, alluvioni e frane. Le cause scatenanti sono naturali o umane: forti piogge, disboscamento, costruzioni abusive.

Il nostro Paese è un territorio geologicamente giovane quindi maggiormente esposto al rischio frane e la Toscana è una delle regioni più a rischio.

Nel territorio di Stazzema sono presenti frane attive nei pressi di Cardoso, Stazzema, Paragnana e Pomezzano; ma si rilevano anche frane quiescenti e bonificate. La maggior parte delle frane si è verificata in seguito dell’alluvione del 1996 che ha interessato l’intero territorio comunale.

Una delle frane più importanti è stata quella sulla mulattiera che collega Stazzema a Pontestazzemese, un sentiero che permette il pellegrinaggio al santuario della Madonna del Piastraio. Un’altra frana di rilievo ha interessato la vigna, oggi divenuta un uliveto, che si affacciava sulla salita di Piccolli  e che ha isolato la parte alta del paese.

Attualmente nel territorio di Terlinca sono presenti due movimenti franosi importanti dovuti all’alluvione di gennaio-febbraio dello scorso anno.

Nell’esaminare lo stato dei boschi i ragazzi rilevano incuria ed abbandono.  Nel passato i castagneti costituivano fonte di cibo e quindi venivano curati, mentre oggi sono trattati come discariche.

Attraverso la costruzione di muretti a secco in tempi non lontani si creavano terrazzamenti per la coltivazione di fieno, patate e verdure; oggi la manutenzione non viene più fatta ed i muretti hanno cominciato a cedere.

Fra le cause di abbandono del territorio i ragazzi rilevano la considerazione che oggi la castagna non è più fonte di sostentamento come nel dopoguerra e la legna del castagno è stata sostituita da altri tipi di combustibile da riscaldamento, inoltre molte persone preferiscono andare ad abitare in pianura per motivi di lavoro.

Gli studenti si chiedono cosa possono fare per migliorare la situazione di fragilità del territorio. Ritengono sia importante sostenere le attività economiche presenti nella zona che contribuiscono a combattere l’abbandono dei boschi e della montagna, come agriturismi, aziende agricole, rifugi e propongono all’amministrazione comunale di utilizzare i prodotti di queste aziende per la mensa scolastica. 

Marco Viviani ha convenuto sulla necessità di sostenere quelle attività economiche che permettono di popolare il territorio, in modo che siano i cittadini che vivono su quel territorio a prendersene cura. In questo senso vi è una vicinanza con quanto accade in Sicilia, dove la minaccia mafiosa contro il territorio e contro i cittadini che vi abitano è forte e molto insidiosa e, anche in quel caso occorre uno scatto d'orgoglio da parte di ciascuno per assumere su di sé un pezzo di responsabilità per opporsi alla furia distruttrice dell'organizzazione criminale, furia che distrugge i beni e  relazioni, nel caso della mafia. Per queste ragioni ha apprezzato il lavoro della Fondazione nelle scuole e l'amministrazione di Stazzema è molto impegnata a sostenere lo sforzo della scuola a formare cittadini attivi e responsabili che hanno a cuore la tutela dell'ambiente in cui vivono e lo curano. L'amministrazione sostiene non solo la proposta delle giovani sentinelle ma ha una politica orientata a favorire attività produttive nel bosco come forma di tutela e di conservazione dello stesso.

Lo scambio vivace e l'attenzione reciproca alle proposte hanno caratterizzato questo incontro cui le  testimonianze piene di emozione di chi ha vissuto i giorni dell'alluvione del 1996 hanno contribuito ad arricchirlo di passione. Con questo bagaglio ci siamo dati appuntamento a Lucca il prossimo martedì 26 maggio ospiti della Provincia insieme alle altre scuole.

 Sergio Tamborrino

Responsabile Toscana Progetto Scuola

Le giovani sentinelle di Fivizzano incontrano i loro Amministratori locali.

Lunedì 13 aprile 2015 le giovani sentinelle dell’Istituto comprensivo Moratti con sede e sezioni in due Comuni: Fivizzano e Casola,  incontrano i propri amministratori nella sala consiliare del comune di Fivizzano. Insieme ai ragazzi della seconda A, sezione di Fivizzano, alle 3 classi della sezione di Casola, alla terza F di Soliera e la seconda C di Monsone le loro insegnanti Patrizia Chinca, referente del progetto, Fulvia Bocchi, Katiuscia Pecini e Carla Bertolini.

A dare loro il benvenuto, il sindaco di Fivizzano, Paolo Grassi, l’assessore all’Istruzione Francesca Nobili e il geologo comunale Germano Ginesi.

Presenti per l’amministrazione comunale di Casola: il sindaco Riccardo Ballerini e l’assessore Virginia Carli. In sala anche il consigliere regionale Paolo Marini.

Il fotografo ufficiale della serata è Alis della seconda A.

Vedere al tavolo il folto gruppo di relatori, dopo la brutta esperienza di Carrara e di Aulla ha fatto  ben sperare in un dialogo costruttivo e, infatti, l’incontro non ha deluso le aspettative. Il dibattito è stato ricco di proposte e il confronto con i relatori, rimasti fino alla fine, è stato gradevole e il tempo è scorso veloce e piacevole.

Ha preso la parola l’assessore Francesca Nobili, insediata da pochi mesi, e ha voluto ringraziare la Fondazione per il progetto che mette a confronto le Istituzioni e il mondo della scuola affinché i giovani diventino parte attiva e integrante della vita pubblica della comunità in cui vivono, e per questo ha condiviso la proposta di rendere la disciplina Cittadinanza e Costituzione materia curriculare a pieno titolo. L’Amministrazione ha voluto subito dare un segnale di attenzione riguardo al tema scelto dai ragazzi e ha invitato il geologo del Comune, Gennaro Ginesi, proprio per affrontare con più dovizia e con risposte adeguate i problemi sorti in Lunigiana nel 2014 riguardo il dissesto idrogeologico e la viabilità del territorio. Ha ringraziato infine gli insegnanti che hanno saputo ben accompagnare i propri studenti.

La Fondazione ha preso la parola e, come di consueto, ha illustrato l’obiettivo del progetto e ha ringraziato l’Amministrazione per il bel segnale di attenzione nei riguardi dei propri giovani, i genitori presenti, per il contributo essenziale alla formazione di ragazzi e ragazze.

Pronto per il suo esordio, Omar ha presentato il progetto ricordando che la scelta dei temi è stata difficile in quanto all'inizio del percorso volevano occuparsi del decadimento di alcune infrastrutture della loro scuola di Fivizzano. Ma partecipando al progetto con i ragazzi di Casola, che hanno la scuola e la palestra praticamente nuove, hanno scelto un tema diverso. Anche questa scelta è il modo migliore di applicare lo spirito del progetto: attraverso il confronto, il dialogo ma anche la solidarietà si giunge ad una scelta condivisa.

Anche qui come a Stazzema, e non dimentichiamo Aulla, i ragazzi si sono occupati di dissesto idrogeologico!  È passato quindi a raccontare come ogni autunno da alcuni anni, e in particolare nel 2014, la pioggia ha provocato frane che hanno messo in ginocchio la viabilità: come abbiamo lavorato? Abbiamo osservato il nostro territorio, abbiamo fotografato varie situazioni e abbiamo raccolto tutto in un video. Fondamentale il supporto  tecnico e morale dell’impiegato dell’ufficio scuole del comune di Fivizzano, Francesco Leonardi, mentre i ragazzi di Casola hanno invitato i tecnici del loro Comune per alcune domande di approfondimento.

Il filmato molto eloquente ha messo a nudo anche le responsabilità dell’uomo con i continui disboscamenti, l'abbandono dei terreni, la mancanza di manutenzione degli alvei e versanti, un’agricoltura aggressiva ma soprattutto l’abusivismo edilizio! Il loro studio si è soffermato per capire come il nostro Paese viene colpito ogni anno da oltre mille frane, mettendo in una situazione di rischio più di un milione di persone fra morti, feriti, dispersi ed evacuati. Alcuni pezzi di filmati relativi all’alluvione del 5 novembre 2014 hanno ben fatto intravedere come l’acqua scorre e aggredisce zone dove un tempo c'erano canali e alvei! Hanno proseguito nell’evidenziare i danni e i disagi che ne conseguono: chiusura delle scuole, evacuazione di famiglie, scuola bus e ambulanze costrette a fare chilometri su strade sterrate e molte rimaste chiuse con semafori alternati! In quei giorni anche i bambini delle scuole elementari e materne sono scortati da maestre e dallo stesso loro sindaco, in fila indiana, per riuscire a passare le frane e risalire sui bus che attendevano oltre i dissesti.

I fondi? I ragazzi si sono augurati che arrivino presto. La Regione ha messo a disposizione dei finanziamenti per la difesa del suolo.

Dopo il filmato i ragazzi hanno rivolto le domande ai propri sindaci: Matilde, Vanessa, Riccardo, Gabriele, Christian, Alis, Omar, Lanfranco, Ahmed, Giulia, Aurora e Aurora, Dimitri, Eleonora, Wail, Lara e Davide e, al computer, Thomas.

1-    Negli eventi idrogeologici degli ultimi anni, quanto pesano la responsabilità e le mancanze delle amministrazioni comunali e quanto, secondo voi, l’effetto dei cambiamenti climatici?

2-    Perché si impiega tanto per la messa in sicurezza delle frane?

3-    Perché non si fa una manutenzione ordinaria delle strade, boschi e fiumi senza aspettare che accadono disastri?

Hanno chiesto da dove provengono i finanziamenti; se sono commisurati a livello di rischio; cosa si intende per lavori di somma urgenza; il ruolo del Genio Civile; perché spesso i Comuni non hanno un geologo; le competenze e, infine, se dopo la messa in sicurezza ci si può ritenere sicuri, memori di paradossi che i nostri cittadini sono costretti a subire e profetici dopo quello che è accaduto ad Ostuni in Puglia dove, in una scuola elementare appena ristrutturata, è crollato un pezzo di intonaco dal soffitto! Giustamente se ai ragazzi viene il dubbio agli adulti spetterebbe scioglierlo e controllare che queste ignominie non accadano!

Ha preso la parola il sindaco di Fivizzano, Paolo Grassi, e ha ringraziato la Fondazione che affronta il tema della legalità in quanto tema centrale di una comunità.

Nel merito del tema – il dissesto del territorio della Lunigiana - che assilla tutti, ragazzi e adulti, ha affermato che nel suo mandato non è stato molto fortunato in quanto si è dovuto subito impegnare a risolvere emergenze! Gli effetti climatici incidono sicuramente e tutti dobbiamo pensare ad un cambiamento culturale anche riguardo le energie più pulite in alternativa al carbone o agli idrocarburi, ma è un cambiamento che dobbiamo fare non solo come Paese e neppure a livello europeo, ma mondiale. Ricorda che la Cina inquina in un solo giorno quanto l'Europa in un mese perché l'apparato industriale e produttivo è obsoleto. Bisogna  che passi la cultura della salvaguardia dell'ambiente e non del profitto. Tutti i paesi devono impegnarsi al rispetto ambientale.

L'altro aspetto è sicuramente quello dell'abbandono delle terre da parte dei contadini che erano i tutori dei nostri territori. In Lunigiana sono gli stessi boschi in abbandono a bloccare e intasare i pochi alvei rimasti! Molto va fatto soprattutto in termini di prevenzione. Ha ricordato l'esempio positivo della Regione Toscana che riguardo ai terremoti è attenta alla messa in sicurezza degli edifici pubblici e sollecita misure analoghe per quelli privati in modo da limitare i danni e ridurre il numero delle vittime. Bisogna quindi investire nella prevenzione, cercare risorse a livello nazionale in quanto i Comuni sono allo stremo. Lottare per la legalità è la via che può salvarci perché attraverso la trasparenza amministrativa deve prevalere il bene comune, solo così possiamo cambiare il  nostro Paese e la scuola è il fulcro principale di questo cambiamento. I nostri giovani diversamente da noi che abbiamo vissuto la ricchezza del boom economico, ma anche, allo stesso tempo, lo sperpero di risorse, si ingegnano per raggiungere un equilibrio importante per il nostro futuro grazie al rispetto delle leggi. Le Istituzioni devono e possono fare molto e non devono sottrarsi a questo compito ma la scuola può fare da guida.

Riccardo Ballerini, sindaco di Casola, ha risposto alle domande fatte dai ragazzi in merito alle leggi e alle norme affermando che nel nostro Paese non vi è carenza di norme anzi, al contrario, ci sono e ce ne sono troppe ma non vi è certezza perché spesso sono in contrasto fra di loro creando quegli equivoci, quelle lacune dove si annida la corruzione! Come amministratore ha lamentato l’altra piaga della burocrazia che, in casi di urgenza, rende impossibile gli interventi. Anche riguardo i lavori di somma urgenza bisogna reperire i fondi che il Governo centrale copre solo in parte, fare gli atti ma bisogna guardarsi bene a non fare debiti! E ancora una volta il Governo dal 2010 ad oggi ha fatto 65 manovre per tagliare i fondi agli enti periferici mettendoli in ginocchio! Le stesse imposte comunali non tornano interamente ai Comuni che devono garantire servizi ai propri cittadini.

La Fondazione ha fatto notare come questo percorso attraverso il dialogo fra Istituzioni locali, provinciali e regionali fino al governo centrale può essere proficuo per trovare soluzioni condivise  tutti insieme, per spazzare via corruzione,  criminalità organizzata e mondo dei furbetti e trovare le risorse necessarie per dare dignità al nostro Paese.

Infine, i ragazzi hanno proposto una serie di interventi e azioni per limitare  i disagi e sensibilizzare tutta la popolazione: predisporre  piani locali di emergenza/evacuazione in caso di elevato rischio idrogeologico da diffondere nelle frazioni e, se già presenti, divulgarli nelle scuole; organizzare “giornate verdi”  per la conoscenza e tutela del territorio, tramite incontri di approfondimento con esperti, tecnici e rappresentanti della protezione civile al fine di sensibilizzare la popolazione ad una cittadinanza attiva; pianificare escursioni guidate lungo i sentieri e le vie di comunicazione secondarie in modo da monitorarne lo stato dei luoghi e registrare eventuali criticità; incrementare gli addetti alla manutenzione ordinaria e la messa in sicurezza delle strade; avviare un sistema di informazione telefonica in caso di emergenza e per comunicare l’eventuale chiusura delle scuole alle famiglie di ogni singolo alunno; investire sul recupero dei terreni incolti e dei boschi abbandonati, agevolando l’iniziativa e l’insediamento di attività produttive sul territorio. Sono passati poi alla sicurezza e prevenzione della trafficatissima statale 63 dove i ragazzi per raggiungere il campo giochi rischiano di essere investiti dalle auto e hanno proposto una segnaletica più evidente, con dei dossi. I ragazzi per sensibilizzare gli automobilisti hanno disegnato un modello stradale diverso dai soliti.

Alla fine di questo ricco confronto ci siamo dati appuntamento a giovedì 28 maggio a Massa, ospiti della Provincia.

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

lunedì 13 aprile 2015

Venerdì 10 aprile appuntamento con le Giovani sentinelle di Montemurlo.

Venerdì 10 aprile appuntamento con le Giovani sentinelle di Montemurlo.

Ragazze ragazzi dell'Istituto comprensivo Salvemini La Pira si sono ritrovate con la Fondazione nella sala Banti accolti dal sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, e dall'assessora all'Istruzione, Rossella De Masi Insieme ai giovani un gruppo di genitori.

Il sindaco ha porto il saluto dell'amministrazione e ringraziato la Fondazione per il suo impegno a favore dell'educazione alle regole, ha salutato la folta platea ricordando come il tema della legalità sia complesso e riguardi ogni singolo cittadino che nei comportamenti quotidiani deve impegnarsi in prima persona al rispetto di norme e leggi senza il quale non è possibile la democrazia, convinzioni che sono state ribadite nel breve saluto di Rossella De Masi. L'augurio di buon lavoro è stato espresso pure dal Dirigente scolastico dell'Istituto.

Nell'introdurre i lavori veri e propri la Fondazione ha illustrato l'articolazione del progetto e ha voluto soffermarsi su quanto sia importante questo percorso di educazione alla cittadinanza che promuove il protagonismo giovanile, offrendo a ragazzi e ragazze l'opportunità di essere soggetti attivi nelle comunità in cui vivono, favorendo l'esercizio del dialogo e del confronto con chi governa la cosa pubblica per avere esperienza diretta della cittadinanza attiva.

Poi hanno preso la parola i giovani. La scuola secondaria Salvemini La Pira ha aderito al progetto con sei classi che hanno lavorato insieme su alcune parole chiave della legalità, ogni classe secondo le proprie potenzialità ed i propri interessi, intitolando questo percorso I nostri cento passi verso la legalità.

La terza D ha presentato Gli uomini dell’onore e del disonore, affrontando la mitologia che aleggia intorno alla mafia ed al concetto di “uomo d’onore”. Onore significa comportarsi secondo onestà, essere rispettabili, avere rispetto per sé stessi e per gli altri, essere coerenti, rispettare le regole. Falcone, Borsellino, Boris Giuliano, Peppino Impastato sono l’esempio degli uomini d’onore.

Al contrario, gli uomini del disonore sono quelli che non rispettano il prossimo, sono convinti di avere solo diritti ma non doveri, mirano ad esercitare un controllo sulle altre persone e non contribuiscono allo sviluppo della società. Totò Riina è il simbolo dell’uomo del disonore.

I ragazzi rilevano come spesso nelle fiction televisive gli uomini d’onore vengono descritti come persone dedite alla violenza ma con un personale senso delle regole, però questa è una visione semplicistica che non corrisponde alla realtà.

I ragazzi individuano alcune azioni onorevoli della quotidianità: pagare le tasse, il biglietto del bus, non inquinare, avere cura dell’ambiente, rispettare le regole della strada, non essere indifferenti, fare la raccolta differenziata e riciclare.

Fra le azioni disonorevoli individuano l’evasione fiscale, il bullismo, l’inquinamento, il vandalismo, la corruzione, l’abusivismo.

Alla fine del loro ragionamento propongono di riutilizzare un capannone dismesso per fare un cinema o un centro di aggregazione giovanile.

La prima D illustra con dei cartelloni e delle slide cos'è la mafia e conclude cantando un rap sulla mafia composto da loro.

La seconda B illustra un fumetto dal titolo Nato mafioso Uomo per scelta che narra la storia di un mafioso che si è pentito delle sue crudeltà e ha deciso di collaborare con la giustizia.

Tale lavoro vuole essere uno stimolo per tutti a muoversi per promuovere la legalità e termina con le parole di Falcone: «gli uomini passano, le idee restano e cammineranno sulle vostre gambe.»

La seconda D parla della presenza della mafia a Montemurlo partendo dal rapporto sulla mafia in Toscana elaborato dalla Fondazione Caponnetto. A Montemurlo la mafia si nasconde dietro il commercio degli stracci, li compra a 10 centesimi, poi falsifica i documenti e porta gli stracci in Campania dove una parte viene venduta a 15 centesimi e una parte bruciata in mezzo alla strada con conseguente danno ambientale.

I nomi conosciuti nel traffico degli stracci sono quelli di Ciro Ascione e Franco Fioravanti e quest’ultimo sembra aver favorito lo sviluppo del clan camorristico Birra-Iacomino.

Numerosi incendi dolosi si sono avuti nelle fabbriche di stracci appartenenti alle famiglie di Ercolano.



Gli studenti analizzano anche la situazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e propongono di utilizzare lo spazio confiscato in via La Querce come centro di attività ludiche e scolastiche dei giovani.

La seconda C presenta Montemurlo domani un paese per giovani. Hanno individuato tre aree: il campo in via Deledda, dove auspicano la creazione di un campo da rugby e di uno da calcio, con spogliatoi e bar gestiti da una cooperativa di giovani montemurlesi: poi per il campo di calcio in via Montalese propongono la creazione di uno spazio polifunzionale utilizzabile per eventi teatrali e musicali: infine, l’area dell’ex fabbrica rossa potrebbe diventare uno spazio per poter organizzare feste, o per la realizzazione di un cinema, una sala di registrazione per gruppi musicali o di una sala giochi. Concludono chiedendo al sindaco notizie sull’appartamento di via Della Quercia che è stato sequestrato alla mafia.

La prima B ha lavorato su due progetti: Sgommiamo e Coloriamoci. Con il primo intendono organizzare una giornata di pulizia dei banchi della scuola per togliere le gomme da masticare attaccate sotto i banchi e, successivamente, chi sarà trovato ad imbrattare i banchi sarà punito con la multa di 1 euro che sarà utilizzato per ripulire. Con il secondo vogliono colorare i muri esterni dell’edificio scolastico con murales per stimolare gli studenti a prendersi cura del proprio edificio scolastico coinvolgendo anche altre classi.

Al termine Ilaria ha cantato I cento passi brano che i Modena City Ramblers hanno scritto in ricordo di Peppino Impastato.

Mauro Lorenzini ha voluto subito precisare che relativamente al bene sequestrato alla mafia vi sono ancora delle incertezze: l'immobile non è ancora nelle disponibilità dell'Agenzia dei beni confiscati e sequestrati che non può trasferirlo al Comune. Occorrerà attendere la definizione giuridica dell'immobile prima di discutere della destinazione. Ha poi apprezzato e dichiarato la propria disponibilità in merito ad alcune delle proposte dei giovani: nel mese di settembre prendere il via un percorso di partecipazione che richiederà il contributo di tutti per alcuni degli spazi che hanno indicato studenti e studentesse. E analogo invito ha rivolto Rossella De Masi che ha chiesto ai giovani di preparare delle proposte articolate.

In ultimo l'amministrazione comunale ha manifestato interesse per la proposta di colorare i muri della scuola.

Il confronto è stato proficuo e la disponibilità di ciascuno ha avuto come effetto l'avvio di uno scambio di idee e proposte, buon esempio di discussione pubblica, a cui contribuisce in modo significativo la scuola, che siamo certi proseguirà già dal prossimo appuntamento di mercoledì 27 maggio quando i giovani di Montemurlo saranno ospiti della Provincia di Prato insieme alle altre scuole del territorio. 

Sergio Tamborrino

Responsabile Toscana Progetto Scuola

domenica 12 aprile 2015

Giovedì 9 aprile appuntamento a Carrara con le Giovani sentinelle

Giovedì 9 aprile appuntamento a Carrara con le Giovani sentinelle

Doppia delusione per i ragazzi e le ragazze dell'Istituto comprensivo Menconi di Avenza.

Con rammarico abbiamo appreso nelle settimane prima dell'incontro che l'amministrazione comunale di Carrara non avrebbe ospitato studenti e studentesse dell'Istituto comprensivo perché un gruppo di cittadini aveva occupato la Sala del Consiglio, né ha ritenuto opportuno ospitare i propri giovani cittadini in altre sale quindi l'incontro si è tenuto presso l'Aula magna dello stesso Istituto comprensivo Menconi. Ragazzi e ragazze insieme alla loro insegnante Emma Cattani e alla Dirigente Marta Castagna hanno dato quindi loro il benvenuto alla Fondazione e all'assessore all'Istruzione Giovanna Bernardini.

Giusto il tempo di smaltire la prima delusione, il tempo necessario alla Fondazione di introdurre i lavori per ricordare il valore del progetto: favorire il protagonismo giovanile quale strumento per l'educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva e responsabile in modo da rafforzare i legami della comunità civile in cui viviamo in nome delle regole e del rispetto dell'altro per rafforzare democrazia e libertà; giusto il tempo di ricordare che questo progetto ha raccolto apprezzamenti e giudizi positivi che vi sono ben due Protocolli d'intesa con il Ministero dell'Istruzione, per il contributo che offre all'approfondimento dell'educazione alla legalità, e con l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, perché favorendo lo sviluppo della cultura della legalità e della cittadinanza attiva promuove soprattutto fra le giovani generazioni la partecipazione alla vita delle istituzioni e al rafforzamento della responsabilità individuale, attivandosi inoltre per introdurre strumenti che garantiscono la diffusione della cultura dei diritti e delle responsabilità dei cittadini; giusto il tempo di illustrare l'articolazione del progetto che si snoda lungo l'intero anno scolastico, che l'assessora Giovanna Bernardini, per motivi improrogabili, è andata via!

A nulla sono valsi gli appelli all'importanza del confronto e del dialogo, alla opportunità per ragazzi e ragazze di fare esperienza di cittadinanza attraverso il dibattito con chi ha il governo della città su un tema di rilievo per studenti e studentesse; a nulla è valso l'appello al rispetto per ragazzi e ragazze che si sono ritrovati nell'auditorium per proporre e ascoltare, per discutere e confrontarsi, a suggerire e a dare consigli!

A nulla è valsa la richiesta della presenza dell'Amministrazione comunale e non del singolo amministratore (che può avere impegni anche all'ultimo minuto!) fatta già alla fine dei primi incontri e cioè prima di Natale! Non mettiamo in dubbio gli impegni dell'assessora Giovanna Bernardini, ma nessuno degli altri amministratori avrebbe potuto sostituirla per evitare che il lavoro che questi ragazzi hanno fatto in questi mesi fosse reso nullo?

Neppure l'aneddoto di Paolo Borsellino più volte citato è valso a far intervenire un altro esponente della Giunta comunale che potesse sostituirla!

La Fondazione ha preso atto di questo discutibile atteggiamento, ma proprio nello spirito del progetto di sollecitare il confronto e il dialogo richiama l'Amministrazione a dare un segnale di quanto riportato nel protocollo d'Intesa con l'ANCI e a  non sfuggire al dialogo e invita la stessa ad accompagnare, come gli altri Comuni,  i propri giovani cittadini all'incontro di giovedì 28 maggio quando saranno ospiti della Provincia di Massa.

L'appuntamento mancato non ha distratto i giovani che hanno aperto e voluto presentare i lavori con Lorenzo, Viola, Andrea, Giada, Federico, Niccolò, Sandy, David, Matteo che prima hanno ripercorso gli incontri di studio realizzati nel corso dell’anno scolastico con il Procuratore  Giubilaro e i rappresentanti della Fondazione Caponnetto attraverso le cui testimonianze i ragazzi hanno approfondito il tema della mafia.

Sono state studiate le figure di Antonino Caponnetto, Leonardo Sciascia, del Prefetto Mori, Piersanti Mattarella, Carlo Alberto Dalla Chiesa, don Pino Puglisi.

Dalle origini della mafia fino ai giorni nostri, gli studenti hanno realizzato una ricerca storica approfondita, dalla mafia del feudo alle lotte dei sindacalisti, dagli intrecci con la politica al maxiprocesso fino al’isolamento di Falcone e Borsellino.

Federico è poi entrato nel merito del loro tema e ha introdotto la questione del Marble Hotel situato vicino al casello autostradale di Carrara: è lo scheletro di un enorme albergo la cui costruzione ha preso il via prima del 1990, in occasione dei campionato mondiale di calcio che si disputò nel nostro Paese.

Per realizzare tale struttura sono stati spesi 300 milioni di lire, equivalenti ad 8 milioni di euro di oggi. L’albergo avrebbe dovuto avere 150 camere, un ristorante, una sala fitness, una discoteca ed un garage di 3.500 mq ed invece è soltanto uno scheletro di cemento.

Nel 1988 un imprenditore del luogo propose ad un altro l’acquisto del terreno facendo presente che in concomitanza dell’evento dei mondiali sarebbe stato possibile ottenere un finanziamento pubblico. I soldi pubblici furono stanziati, ma secondo una relazione dei Carabinieri la proprietà era nel frattempo cambiata perché nel consorzio costituitosi per realizzare il progetto vi era una società riconducibile ad ambienti oscuri della camorra e della mafia. Il consorzio fallì successivamente e la struttura rimase incompiuta. Il Comune di Carrara ha fatto vari tentativi per risolvere la situazione ma niente di fatto.

Nel 2003 la struttura fu acquistata per un milione di euro dalla Versil Home che aprì il cantiere promettendone il completamento nel 2012, ma nuovi intralci hanno impedito la conclusione dei lavori e ad oggi rimane lo scheletro dell’opera incompiuta con il conseguente spreco di soldi pubblici.

Tullia ha reso noto alla platea di aver somministrato un questionario ad un campione di cittadini. È  stato loro chiesto se ritenevano che la presenza della mafia fosse limitata solo alle regioni meridionale del nostro Paese e la risposta unanime da parte di tutti gli intervistati è stata quella ritenere che la criminalità organizzata sia presente anche nel territorio in cui vivono. Sono pure convinti, gli intervistati, che la mancanza di una buona istruzione favorisca nei giovani la  predisposizione al compimento di atti di microcriminalità, e come siano fondamentali il ruolo della famiglia e della scuola nel partecipare ad attività sociali.

I cittadini sono abbastanza informati che vi sono dei beni confiscati sul loro territorio ed in merito al Marble Hotel suggeriscono una destinazione alberghiera per accogliere le vittime di mafia durante le vacanze estive e di realizzare un centro culturale perché conoscendo e studiando sono i primi strumenti per combattere l’illegalità.

Yulian parla dell’omicidio dell’ingegnere Dazi avvenuto il 15 maggio 1991: l’esplosivo sistemato sotto il sedile della sua Alfa era lo stesso usato nelle cave di Carrara per questo era stato inizialmente indagato un gruppo anarchico del luogo, ma inutilmente. Sempre nel 1991, a Catania davanti al comando dei Carabinieri, venne ritrovata una macchina con un ordigno simile a quello usato per l'uccisione dell’ing. Dazi, allora i ragazzi si chiedono: questo lato oscuro vale per avvalorare la pista mafiosa?

Sicuramente l’effetto sul territorio di questo omicidio è stato ed è devastante al punto che pochi giorni dopo il presidente della Regione Toscana di allora, Marco Marcucci, puntò il dito sulla mafia degli appalti.

L’indagine sull’omicidio si è conclusa con l’archiviazione. Molte sono le richieste di riapertura delle indagini e si ipotizza anche un collegamento con il traffico di rifiuti nei porti di Carrara e La Spezia.

La Fondazione ha suggerito di approfondire il tema per riportarlo all'attenzione in occasione del terzo incontro del progetto proponendo di raccogliere dati attraverso i giornali dell'epoca e chiedendo all'ufficio tecnico del Comune se vi sono aggiornamenti o proposte in atto sul destino dell'edificio incompiuto. Ha inoltre sollecitato ragazzi e ragazze a chiedere agli uffici della Procura la documentazione che può fornire maggiori delucidazioni in merito.

Il tempo è scorso veloce e a conclusione ci siamo dati appuntamento a giovedì 28 maggio a Massa con l'augurio che l'Amministrazione Comunale dia segnali di attenzione nei confronti dei propri giovani cittadini.



PS. Ricordiamo che lunedì 13 si terranno gli appuntamenti con le scuole di Stazzema e Fivizzano ospiti delle rispettive amministrazioni, appuntamenti che sono stati rinviati a causa del maltempo dello scorso mese di marzo.

Infine, martedì 14 ultimo degli incontri a Massa, previsto per venerdì 9 e rinviato perché ancora una volta la disattenzione è prevalsa nei confronti dei giovani che rimangono “il nostro futuro” in quella data era convocato il Consiglio comunale!

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

sabato 11 aprile 2015

Svolta epocale a Corleone grazie alla scuola!

Svolta epocale a Corleone grazie alla scuola!

Venerdì 10 aprile per la prima volta ragazzi e ragazze di due istituti di Corleone: il comprensivo G. Vasi e l’Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura e l'Ambiente,  siedono sugli scanni della Sala consiliare del loro Comune dove anni prima sedeva Ciancimino! E lo hanno fatto cantando e dicendo no alla mafia!

I più piccoli cantando una canzone dal titolo Adesso basta dove il ritornello dice: coi mafiosi adesso basta; mentre il brano dei più grandi ha per titolo E io dico che no.

Le scuole aderiscono al progetto Giovani sentinelle della legalità che la Fondazione Antonino Caponnetto propone oramai da sei anni in tutta Italia e quello che è avvenuto a Corleone ci convince ancora di più ad essere accanto a loro, a non lasciarli soli. Ci vengono in mente le parole di Antonino Caponnetto (nonno Nino) La mafia ha più paura della scuola che della stessa giustizia!

La Fondazione ha accompagnato le due scuole in questo percorso formativo parlando di regole e della loro osservanza, di rispetto della persona, della convivenza civile e dei valori costituzionali, tutti temi che si ritrovano in Cittadinanza e Costituzione, spazio educativo da sostenere e rafforzare, e questo impegno della Fondazione ha avuto il riconoscimento della propria validità con il protocollo d’Intesa sottoscritto con il MIUR.

Dopo l’esperienza di tanti giovani che con il loro passaggio hanno portato solidarietà ai giovani dell'allora nascente cooperativa Lavoro e non Solo che lavorano i campi confiscati alla mafia e che hanno trasformato Corleone da terra di mafia in terra di antimafia; dopo l’esperienza di imprenditori onesti che hanno contribuito alla nascita dell'associazione Fior di Corleone; oggi è la scuola che lancia la sfida! Aiutare altri giovani e meno giovani cittadini nel faticoso compito di creare lavoro, e il lavoro è lo strumento principe per sconfiggere la mafia alla quale non interessa che vi siano diritti e dignità, ma interessa che ci siano cittadini sottomessi al ricatto del lavoro che non c'è. Creare lavoro vuol dire togliere manovalanza alla mafia. E questo deve essere l'impegno di chiunque voglia battersi per la legalità!

I temi scelti dalle due scuole dopo il primo appuntamento di ottobre hanno riguardato due beni confiscati  a Corleone: Casa Caponnetto, prima casa dei nipoti di Riina, e la Caserma della Guardia di Finanza, prima villa di Riina. Insieme ai propri insegnanti ragazzi e ragazze ne hanno parlato, hanno approfondito il tema e venerdì 10 aprile nel secondo appuntamento ne hanno discusso e si sono confrontati con la propria amministrazione comunale alla presenza del sindaco, Leochina Savona, e del Presidente del Consiglio, Stefano Gambino.

Il confronto è stato vivace e ricco di scambi, gli amministratori hanno seguito e risposto alle sollecitazioni degli studenti e l’emozione è stata grande! La ricchezza delle proposte, il coraggio di questi studenti, il lavoro silenzioso e tenace di insegnati e Dirigenti scolastici sono segno di grande speranza per tutti i cittadini e – siamo certi – occasione di riscatto per Corleone

A conclusione i giovani hanno proposto una terza canzone Io sono corleonese a ribadire l'orgoglio di essere figli di questa terra che vogliono veder rinascere nel segno della legalità.

In basso i link per i video delle prime due canzoni e il testo della terza.

Copia i link sulla barra degli strumenti e scaricare i filmati

http://www.dipleedizioni.it/scambio/Adessobasta.MOV

http://www.dipleedizioni.it/scambio/IODICOCHENOOFFICIALVIDEO2015.wmv

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

Giovani sentinelle con due incontri: a Viareggio e a Cascina.


Mercoledì 8 aprile sono ripresi gli appuntamenti, dopo la pausa pasquale, delle Giovani sentinelle con due incontri: a Viareggio e a Cascina.

In Versilia, ad attenderci già nella piazza davanti all'ingresso del Comune una folla di ragazzi e ragazze con un gruppo di genitori che hanno subito occupato tutti i posti della Sala del Consiglio.

Anche qui, come a Venezia, il Comune è commissariato, anche qui non è presente il Commissario Straordinario, dottor Valerio Massimo Romeo, e a salutare i cittadini è il segretario amministrativo. Ma al contrario di Venezia i cittadini sono ospitati nella Sala! Diritto negato ai cittadini della Laguna!

La Fondazione introduce l'incontro illustrando ai numerosi genitori intervenuti il progetto: come si articola, che cosa chiediamo ai giovani, il loro protagonismo e il percorso di educazione alla legalità che ha come esito il confronto, nel corso dell’anno, con le istituzioni a diversi livelli.

Ad introdurre il tema dell’Istituto comprensivo Darsena è la loro insegnante Marzia Papi. La seconda C ha preso il via dagli approfondimenti tenuti dalla Fondazione intorno alle figure di Caponnetto, Falcone e Borsellino, poi ricorda i diversi passaggi che hanno condotto alla scelta del tema: il degrado della pineta di levante che confina con la scuola, con il parco di Migliarino San Rossore, con la tenuta di Villa Borbone, ma anche con il quartiere di abitazione di molti alunni che la attraversano quotidianamente per raggiungere la scuola. È stato quindi l’argomento maggiormente sentito dagli studenti al momento della scelta del tema da affrontare.

Hanno fatto foto del degrado nel quale versa la pineta, con l’aiuto delle famiglie e coinvolgendo  Legambiente hanno approfondito l’importanza della pineta come ambiente naturale, ripercorrendo anche gli antichi mestieri che vi si svolgevano.

I ragazzi hanno pubblicato su una pagina Facebook  i lavori effettuati portando a conoscenza di una platea più vasta questo progetto.

Matteo introduce il lavoro dei suoi compagni eseguendo un brano dei Pink Floyd.

Francesco rileva la presenza di spacciatori e l'accumulo di immondizia all’interno della pineta e propone maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine. Davide aggiunge di come a soffrire del degrado della pineta siano anche gli animali che possono morire ingoiando sacchetti di plastica abbandonati o si possono ferire con altri rifiuti. Gabriele informa di come il parco potrebbe essere utilizzato per fare attività ginnica ma che oggi risulta essere pericoloso per lo stato di abbandono in cui versa. Licia ed Emanuela segnalano la presenza in pineta di alberi abbattuti, del degrado dovuto alla prostituzione, spesso il luogo è anche teatro di rapine. Termina affermando che è una situazione insostenibile e che necessita di cambiamento per cui propone interventi di pulizia e intensificazione dei controlli.

Catarina e Sara propongono una azione di intervento da parte dei ragazzi per ripulire la pineta, coinvolgendo anche gli adulti.

È la volta dei bambini della quarta classe della scuola Santa Dorotea. Ad introdurre l’insegnante Simona Belli. Poi tocca ai bambini, per nulla emozionati dal pubblico ma con padronanza di linguaggio e a braccio iniziano ad esporre il loro tema. Luca ha il compito di informare la platea della scelta del loro lavoro: la riqualificazione di piazza Piave antistante alla loro scuola. Pietro descrive le fasi di svolgimento del loro studio mentre si susseguono le slide proiettate dalle insegnanti. Gli studenti hanno fatto un sopralluogo nella piazza, scattato foto, fatto interviste a commercianti ed abitanti per conoscere le loro opinioni circa lo stato di abbandono della piazza.

Il materiale raccolto è stato rielaborato in classe, permettendo ad ogni ragazzo di dare il proprio contributo.

Nella presentazione gli studenti ripercorrono la storia attraverso il ricordo della battaglia del Piave, combattuta dal Regio esercito italiano contro l’Impero austro-ungarico. Fra i combattenti vi erano molti viareggini e così, nel 1923, il Comune ha intitolato la piazza a questa battaglia piantando un albero per ogni caduto. La piazza quindi, è luogo di memoria e simbolo di libertà.

Proseguono i compagni che rilevano l’abbandono e la sporcizia della piazza che necessita di qualche controllo in più da parte delle forze dell'ordine, ma anche la pavimentazione è sconnessa e quindi pericolosa, ed al centro della piazza qualcuno ha pensato bene di abbandonare un divano! Un bambino, provetto fotoreporter, ha pizzicato un adulto a utilizzare la lapide dei caduti come orinatoio! Documentando ancora una volta come alcuni adulti non sono per niente da portare da esempio!

I giovanissimi propongono di organizzare una giornata di pulizia della piazza di concerto con gli operatori ecologici, sostituzione dei bidoni dell’immondizia agli angoli della piazza, riparazione della pavimentazione con scivoli per l’accesso dei disabili, valorizzazione della statua dei caduti, nuovo manto erboso e fiori nelle aiuole, nuovo impianto di illuminazione, segnaletica che indichi un luogo adatto ai bambini ed inviti alla pulizia e al mantenimento del decoro, posizionamento di panchine ed area giochi.

Scolari e scolare sentono in prima persona il peso della responsabilità di essere cittadini ed oltre a richiedere interventi da parte delle istituzioni sono pronti ad impegnarsi in prima persona per migliorare la situazione esistente.

Dopo i primi momenti di timidezza è iniziato un dibattito sempre più interessante e partecipativo.

Una mamma rileva come la situazione della piazza sia stata segnalata più volte alle amministrazioni precedenti anche attraverso lettere, purtroppo le proposte di intervento sono sempre state respinte.

Il problema della piazza infatti risulta essere più che la mancanza di pulizia, l’abbandono.

La Fondazione ricorda gli esempi di altre città dove le sentinelle hanno lavorato ad analoghe esperienze coinvolgendo i negozianti di zona, i cittadini a controllare e farsi carico di questo bene comune. Si propone di concedere uno spazio per un chiosco in modo che diventi presidio dei cittadini. Ancora una volta è emerso dal dibattito come prevale l’interesse del singolo su quello pubblico! I negozianti attraverso la propria associazione fanno spesso pressioni per non permettere altre attività in quanto lo vedono in concorrenza con le loro, e la Fondazione racconta del comune del Veneto dove gli abitanti di villette a schiera con affaccio dei loro giardini su un parco pubblico fossero contrari che il parco venisse frequentato da bambini perché disturbavano! Ma in questo modo avevano trasformato il parco in un’appendice dei loro giardini! È bastato però il buon senso dei bambini sentinelle per darsi delle regole attraverso degli orari per la frequentazione del parco a trovare una soluzione! Per questo motivo suggerisce ai cittadini viareggini di essere presenti però in massa ai prossimi consigli comunali per avanzare proposte concrete di riqualificazione della zona, non appena sarà eletta la nuova amministrazione con cui sarà importante avviare un dialogo.

Alla fine di questo fitto scambio ci siamo dati appuntamento con giovani e giovanissimi al terzo incontro che si terrà martedì 26 maggio a Lucca, ospiti della Provincia.

Sempre nel pomeriggio, in contemporanea, appuntamento pure nell'Aula Consiliare del Comune di Cascina, ospiti degli amministratori questa volta ragazzi e ragazze dell'Istituto superiore Antonio Pesenti. Ad accoglierli il sindaco, Alessio Antonelli, l'assessore alla Legalità, Fernando Mellea, e la funzionaria Rita Cartacci. Insieme agli studenti e alle studentesse presenti anche i rappresentanti del Consiglio Comunale dei ragazzi, scelta questa molto importante perché intende favorire una partecipazione delle forme istituzionali giovanili.

La fondazione si è soffermata sul progetto e sulla proficua collaborazione con i giovani di Cascina fin dalla prima edizione del percorso di educazione alla legalità e, in particolare, su questa nuova apertura alla questione dei beni confiscati ai mafiosi, tema che è quello scelto dai ragazzi e dalle ragazze. Il ragionamento che ci ha condotto alla scelta di ampliare l'orizzonte delle Giovani sentinelle nasce dalla consapevolezza che occorrono segni forti, scelte dirimenti anche sul piano simbolico nel contrasto alla mafia e occuparsi di beni che lo Stato riprende per essere frutto di acquisizioni con denaro di provenienza illecita ci è parsa una scelta lungimirante, anche alla luce di esperienze significative come quelle di Corleone e della cooperativa Lavoro e non solo e di tante altre affini. Per questo è importante uno studio di ricerca da parte di tanti studenti e studentesse che con i loro insegnanti permettono di ricostruire le vicende del bene confiscato in modo che resti memoria di ciò che è accaduto, e la memoria è ingrediente essenziale per poter contrastare e far si che non accada più.

Gli studenti hanno illustrato attraverso una serie di slide l'attuale situazione dei beni confiscati in Italia, mettendo ben in evidenza la distribuzione regionale, analizzando le difficoltà che oggi ritardano o impediscono il loro riutilizzo sociale: la lunga durata dei processi, la presenza di ipoteche e l'incertezza della pena per i mafiosi ostacolano di fatto l'attuazione della legge.

Gli studenti hanno anche ripreso la testimonianza dei soci della cooperativa Lavoro e Non Solo, ascoltata nell'incontro di approfondimento del 19 marzo, che hanno raccontato in modo esteso e particolareggiato il loro impegno nella gestione dei beni confiscati a Corleone dove ogni anno arrivano tantissimi ragazze e ragazzi a condividere la loro fatica quotidiana a favore di un'antimafia sociale.

Poi sono passati a soffermarsi sui beni confiscati alle mafie presenti in Toscana e in particolare della fattoria di Suvignano, in provincia di Siena nel comune di Monteroni d'Arbia.

In questo caso il ricorso all'Amministrazione Giudiziaria ha di fatto salvato un patrimonio che ancora oggi ha difficoltà burocratiche nella sua assegnazione definitiva.

Ragazzi e ragazze hanno chiesto alla Fondazione Caponnetto di farsi tramite per visitare il bene confiscato in modo da poter confrontare direttamente ed efficacemente una serie di analisi ed ipotesi teoriche del loro studio.

La Fondazione Caponnetto si adopererà formalmente nei confronti dell'Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati perché questo possa avvenire quanto prima.

L'Amministrazione Comunale ha annunciato la scelta di dedicare un parco alla memoria e all'impegno del giudice Antonino Caponnetto e di promuovere, in una giornata, un percorso di animazione scolastica e degustazione di cibi dei produttori onesti di Corleone dell'associazione Fior di Corleone. Le manifestazioni sono previste per giovedì 21 e venerdì 22 maggio.

Con gli studenti dell'Istituto Pesenti ci rivedremo per il terzo appuntamento del progetto insieme con le altre scuole di Volterra e di Pisa mercoledì 20 maggio ospiti dell'amministrazione provinciale di Pisa.

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Responsabile Nazionale Progetto Scuola

sabato 4 aprile 2015

Le giovani sentinelle di Pelago (FI) incontrano i propri amministratori locali




Le giovani sentinelle di Pelago (FI) incontrano i propri amministratori locali

Martedì 31 marzo è la volta delle sentinelle dell’Istituto comprensivo di Pelago (FI) ad incontrare le proprie istituzioni locali, non nella Sala del Consiglio del proprio Comune, come accade di consueto,  ma nell’Auditorium del loro istituto. Sono i ragazzi e le ragazze ad ospitare l’assessore alla Cultura, Bernardo Fallani.

I giovani insieme alle loro insegnanti sono pronti! Dopo poco arriva anche un folto gruppo di genitori.

La Fondazione spiega l’attività e l’evoluzione del progetto nell’ambito della disciplina Cittadinanza e Costituzione, disciplina sovente ai margini dei curricula scolastici, che ha fra i suoi obiettivi di far conoscere le istituzioni repubblicane e sollecitare la partecipazione alla vita democratica e attraverso un percorso formativo i ragazzi diventano protagonisti.

Leonardo e Giulia della IIB affrontano il tema Scuola come laboratorio di accoglienza, rispetto della libertà, della persona, in particolare dal punto di vista della cura della loro scuola come bene comune. Partire da loro stessi facendo autocritica, dall’educazione alla conoscenza, come poter migliorare l'ambiente scolastico, difendere gli arredi, gli spazi e gli ambienti spesso trascurati o peggio ancora oggetto di degrado quando si scrive sui banchi o sulle pareti. La necessità di crescere più consapevoli e di essere cittadini di una comunità.

La Fondazione ha ricordato il sito delle giovani sentinelle che deve essere utilizzato come rete di esperienze da condividere e per diffondere i buoni esempi. Ha raccontato l’esperienza analoga dei ragazzi di Bagno a Ripoli che si sono dati appuntamento per quattro pomeriggi e hanno ripulito la loro scuola e dopo averlo fatto si sono dati delle regole per difendere i propri beni comuni.

Sono intervenuti Riccardo, Giulio e Maria Clara della IIC e anche loro hanno cercato di riflettere sui vari aspetti della legalità e della giustizia e tutti concordi nel partire proprio da loro stessi, dal loro stare insieme in classe. Ricordano come ogni classe è una piccola comunità e in quanto tale ha bisogno di alcune regole di convivenza, dove si intrecciano fitte relazioni e tanti sentimenti che non è sempre semplice controllare e vivere nel modo più sereno e più giusto per se stessi e per gli altri. Continuano a condividere le esperienze di tutti i giorni, come nei due anni scolastici alle spalle, fatte di amicizia ma anche di difficoltà ed errori commessi nei rapporti fra di loro. Hanno voluto approfondire, sempre nell’ambito della libertà e convivenza, la questione del bullismo! E come nel corso del lavoro questa parola non piace nemmeno tanto, e continuano: è importante, certo, saper identificare dove è in opera un bullo, dove c'è una vittima che subisce... ma senza, con questo, attaccare delle etichette alle persone, una volta per sempre ... senza cioè creare dei mostri.

Questo concetto ce lo siamo chiarito raccontandoci una specie di favola: la favola di un mostro che fa paura... a cui molti danno la caccia... ma che forse è persino più spaventato degli altri. Più solo.

Creare dei mostri non serve a nulla; serve invece vedere la realtà così com'è, e cercare di affrontarla.

Noi creiamo un mostro quando puntiamo il dito contro qualcuno perché ci sembra diverso... troppo ... o troppo poco ... se non ascolta la musica che ascoltano tutti, se non si veste alla moda, se a lei piace uno sport troppo da maschio o a lui un programma troppo da femmina, se è troppo bravo a scuola, o troppo poco, se fa troppo la vittima, a volte anche, se fa il bullo.

Tutto questo lo abbiamo compreso attraverso alcuni giochi di ruolo, ci hanno divertito ma anche emozionato: abbiamo provato a metterci nei panni ora del cosiddetto bullo, ora di chi è emarginato o preso in giro dai compagni, ora persino dei professori alle prese con le difficoltà di gestire certi conflitti in classe.

Da questa esperienza sono nati tantissimi nostri “pensieri in libertà”, che abbiamo scritto su dei bigliettini. Solo una piccola parte di questi pensieri sono stati letti nel breve video che abbiamo fatto, dove non si vedono i nostri volti, ma si sentono le voci delle nostre emozioni che aleggiano nell'aula. Si vedono inoltre alcuni cartelloni in cui abbiamo provato a raffigurare i nostri pensieri. Come si vedrà, abbiamo riflettuto tanto anche su quella nuova forma di prepotenza che va sotto il nome di cyberbullismo.

Sui social networks si inizia a prendere di mira qualcuno per gioco... per noia... per fare come fanno gli altri... Poiché non guardiamo in faccia il nostro compagno o la nostra compagna,

mentre lo insultiamo, non possiamo vedere la sua tristezza, il suo dolore. E il gioco va avanti troppo, troppo a lungo.

E allora una soluzione semplice potrebbe essere tornare a guardarsi negli occhi, cercare di comprendere, immedesimarsi in chi abbiamo di fronte. Sentire i suoi sentimenti e riconoscerli.

Perché prima di vittime, bulli, vincenti, perdenti, prima di "cavalieri senza macchia" o "mostri a tre teste", ci sono ragazze e ragazzi con sentimenti così simili ai nostri. Basta cercarli dentro ai loro occhi, per poi cominciare a parlarsi davvero. E parlando, magari litigando, tirare fuori i problemi e cercare di superarli. Con onestà, e un po' di coraggio.

È seguito il filmato montato e costruito tutto da loro, pochi attimi ma emozionanti! Ancora una volta emerge la buona scuola, i buoni insegnanti. La Fondazione ha  spiegato il suo tentativo di convincere il Ministero a utilizzare questi filmati e altri raccolti in questi anni per fare pubblicità progresso dove sono i ragazzi con il loro linguaggio a parlare, sicuramente arrivano ai cuori e alla testa più di un’agenzia blasonata!

Ha preso la parola l’assessore Fallani, ha ringraziato la Fondazione ma soprattutto i ragazzi che hanno saputo regalare emozioni, ha spiegato come legalità e cultura vanno alimentati giorno dopo giorno. Ha dato tutta la sua disponibilità ai prossimi incontri. Anche i genitori si sono avvicinati al tavolo dei relatori ringraziando e spronando a continuare. Con queste parole ci siamo dati appuntamento per lunedì 18 maggio ospiti della Città metropolitana di Firenze.

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

venerdì 3 aprile 2015

Le giovani sentinelle di Piazza Al Serchio (LU) incontrano i propri amministratori locali

Le giovani sentinelle di Piazza Al Serchio (LU) incontrano i propri amministratori locali

Lunedì 30 marzo ancora un appuntamento, sulle innevate Alpi Apuane e della Garfagnana, con le giovani sentinelle dell’Istituto comprensivo di Piazza al Serchio e Minucciano che erano ad attenderci nell’ex cinema di Gorfigliano in alta lucchesia

L'Istituto comprensivo ha sede in due Comuni, ma a dare loro il benvenuto è stato Erminio Monelli, vice sindaco di Minucciano, mentre degli amministratori di Piazza al Serchio non era presente nessuno! Dispiace perché ancora una volta quei pochi amministratori disattenti, assenti agli incontri non comprendono che con il loro comportamento hanno reso nullo il lavoro di un intero anno scolastico dei propri giovani cittadini. Negando il confronto e non ricevendo risposte, con chi parlano ragazzi e ragazze? Con chi si confrontano? Come possiamo pensare di costruire e avvicinare i giovani alle Istituzioni? E non ci stancheremo mai di ripetere che anche coloro che, in altre occasioni, sono venuti a fare un saluto e sono poi andati via hanno disatteso comunque il confronto e le richieste dei propri cittadini. Spesso raccontiamo un aneddoto eloquente: a Roma Università La Sapienza, incontro con Paolo Borsellino. Arriva il politico di turno e vuole parlare per primo perché altri appuntamenti istituzionali lo attendono! Mentre sta per andare via, è già alla porta, Paolo risponde: ora che i cavalli di razza hanno parlato, parliamo noi ciuchi! Il politico capisce, si gira, si siede e rimane fino alla fine!

Ci dispiace per la scuola secondaria di Piazza al Serchio, per Davide, Luca e i loro compagni, accompagnati dalle loro insegnanti Elena Abrami, Roberta Menchelli, Emilia Petri e la vicaria Giuseppina Grandini, che hanno parlato della risistemazione di un sentiero nel loro territorio comunale: non hanno ricevuto risposte ma ci auguriamo che le critiche anche aspre siano da sprone ad un vero cambiamento.

La sala è piena, numerosi genitori e ragazzi. Dopo il consueto intervento della Fondazione nell'illustrare agli adulti presenti gli obiettivi del progetto hanno preso la parola bambini e bambine della primaria di Gorfigliano accompagnati dalle loro insegnanti Piarosa Casotti, Elena Pierotti, Angelita Gherardi, Valeria Martini e Antonella Ferri, referente del progetto. Il loro tema è la cura della loro scuola. Rachele, Lorenzo, Greta, Sofia, Francesca, Clarissa, Antonio e Aurora si sono dati l’obiettivo di tenere in ordine le stanze, di usare con cura il materiale e gli arredi scolastici e di differenziare i rifiuti. Si sono impegnati anche, a turno, di vigilare perché tutto venga fatto con ordine e responsabilità attraverso una Cooperativa Scolastica che hanno istituito. Conoscere le 4 R per il consumo intelligente e per la salvaguardia dell’ambiente: Riutilizzare, Riciclare, Recuperare, Ridurre. Evitare gli sprechi di acqua e luce. Infine quest’anno hanno voluto adottare un monumento posto davanti alla ex-scuola primaria di Gorfigliano in ricordo del giovanissimo partigiano Aldo Casotti, caduto in battaglia all’età di quindici anni. Dopo aver studiato la sua storia  e aver visitato il monumento, hanno notato che nella scritta commemorativa alcune lettere sono un po’ sciupate e vorrebbero che fossero sistemate. Inoltre vorrebbero fare un libricino con foto e testimonianze da presentare il 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione e sono rimasti così colpiti da voler realizzare un piccolo pannello da porre davanti al Monumento, che riporti la storia del giovane partigiano, in modo che tutti coloro che si fermeranno potranno conoscerla. Aldo Casotti era poco più di un bambino ed ha sacrificato la sua vita per la Patria e la libertà, un grande esempio di coraggio e altruismo.

È stata la volta della Primaria di Pieve San Lorenzo con le loro insegnanti Elena Pierotti, Angelita Gherardi e Valeria Martini. Il loro tema è sempre la cura della loro scuola ma con particolare attenzione al risparmio energetico. Diego, Benedetta, Anna, Lorenzo e Cristiano hanno spiegato come sono diventate piccole sentinelle della legalità. Dopo aver conosciuto il giudice Caponnetto: hanno deciso di rispettare le regole e aiutare i compagni a rispettarle, non per punirli, ma per crescere bene insieme. Perciò, quando un compagno, o un amico, ha un comportamento scorretto, gli si fa notare cortesemente che sta sbagliando e se non si corregge si riferisce alla maestra o a un adulto. E si sono creati anche un distintivo: una stella con un cuore!  una stella perché dobbiamo stare sempre attenti, così come fanno le stelle nel cielo, un cuore perché dobbiamo crescere insieme ai nostri compagni aiutando tutti, con amore, a comportarsi correttamente.

Sono saliti sul palco Davide, Luca, Tommaso, Erica, Chiara e Remo della scuola secondaria di primo grado di Gramolazzo che si sono definiti Custodi dei beni comuni. Con le loro insegnanti Elena Abrami, Orietta Bartolomei, Patrizia Benvenuti e Antonella Ferri hanno studiato il significato di bene comune a partire dalla loro scuola dove hanno classificato e messo in ordine i libri e la loro biblioteca, hanno sistemato gli scaffali dividendoli uno per materia. Sono passati poi al parco giochi comunale vicino alla scuola programmando la tinteggiatura di 4 panchine decorandoli con animali e vegetali presenti nel loro territorio per poi passare alla realizzazione di 4 pannelli con immagini e descrizione delle sagome decorate sulle panchine in diverse lingue. Hanno già acquistato colori, smalti, pennelli e altri materiali con tanto di elenco della spesa e hanno chiesto agli amministratori se vogliono contribuire!

Il vice sindaco Erminio Monelli e il consigliere Francesco Pierotti del Comune di Minucciano, presenti fino alla fine, hanno ringraziato ragazzi e insegnanti per il lavoro e per le proposte fatte. Erminio Monelli ha confermato la disponibilità dell’Amministrazione a lavorare insieme per la loro realizzazione, tutte a portata delle forze del Comune e saranno sicuramente messe in cantiere. Riguardo il monumento al ragazzo partigiano Aldo Casotti sicuramente per il 25 Aprile saranno sistemate quantomeno le lettere. A sostenere l’importanza della memoria storica è stato il consigliere provinciale Eugenio Tersiti, eletto nell'alta Garfagnana, che si è complimentato per il valore del progetto che mira alla formazione e alla cittadinanza nata dal sacrificio della Resistenza e ha voluto ricordare l’eccidio della Certosa di Farneta in provincia di Lucca nella notte tra l’1 ed il 2 settembre 1944.

Non ce ne vogliano politici e amministratori per le tirate di giacca! Ma ci ritornano in mente ancora una volta le parole di nonno Nino che, dopo iniziative positive come queste, confessava di avere più forza per continuare e se oggi ragazzi e ragazze e insegnanti hanno trovato ascolto in un dibattito costruttivo, vale la pena non solo salire gli Appennini ma anche valicarli!

Con giovani e giovanissimi ci siamo dati appuntamento a martedì 26 maggio nelle sale della Provincia di Lucca.

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

giovedì 2 aprile 2015

Le sentinelle di Venezia non incontrano i rappresentanti dell’amministrazione comunale!

Le sentinelle di Venezia non incontrano i rappresentanti dell’amministrazione comunale!

Venerdì 27 marzo è in calendario il secondo appuntamento delle giovani sentinelle di Venezia. Dopo le dimissioni del sindaco Orsoni il Comune di Venezia è stato commissariato e quindi ragazzi e ragazze attendevano di essere accolte dal commissario prefettizio, come è accaduto due anni fa a Viareggio, quando furono accolti dal dott. Mannino nella Sala consiliare e discussero con lui il proprio progetto.

Invece venerdì 27  i giovani della Laguna non hanno avuto l'onore di varcare la soglia della sala consiliare! Abbiamo più volte sollecitato via email e poi telefonicamente il Commissario prefettizio, Vittorio Zappalorto, e di seguito il sub Commissario con delega alla Cultura, Sergio Pomponio, ma inutilmente, non abbiamo avuto nessuna risposta, completo silenzio …è prevalsa la scelta di chiudere le porte ai propri giovani cittadini che con loro volevano interloquire. Così la sala simbolo del governo democratico, quella che dovrebbe essere aperta a tutti i cittadini è rimasta chiusa!

La Fondazione è rammaricata per simile comportamento in quanto in un percorso formativo sulla cittadinanza attiva le Istituzioni non possono ignorare tali sollecitazioni che vengono dalla scuola e dai giovani.

L’incontro si è tenuto quindi nell’Aula magna dell’Istituto Algarotti che ha ospitato, oltre ai ragazzi e le ragazze della scuola, anche quelli del Liceo Classico Bruno-Franchetti. Ancora una volta la scuola sopperisce alle lacune di chi dovrebbe dare il buon esempio, è un presidio dello Stato dinanzi alle inefficienze e all'ignavia.

Presenti il Commissario Capo della Polizia di Stato di Venezia, Annalisa Ferrari, che porta il saluto del Questore, dottor Angelo Sanna, da sempre attento alla formazione dei ragazzi, il tenente dei Carabinieri, Sorgente, i rappresentanti del COISP con il presidente, Franco Maccari e, infine, il Commissario prefettizio della Provincia di Venezia, dott. Cesare Castelli, che si dichiara disponibile da subito ad ospitare in Provincia gli studenti per il terzo incontro previsto per martedì 12 maggio dalle ore 9.30 alle ore 12.30. Nel ringraziarlo, ci rincuora in quanto non rende vano il lavoro di un anno e non spegne il grande entusiasmo che questi giovani hanno trasmesso con questo progetto.

Nell'introdurre l'incontro, la Fondazione ha voluto orgogliosamente ricordare i compagni di questa tre giorni in Veneto: il personale dell’OSCAD con il progetto mirato e rivolto ai giovani per promuovere la cultura della legalità ed il contrasto ad ogni forma di discriminazione e di violenza. La Fondazione ha ribadito l’importanza del lavoro di squadra, di pool e dei ponti virtuosi con le forze sane del nostro Paese.  Il Sostituto Commissario della Polizia di Stato, Gioia Nanni, ci ha fatto riflettere e capire come si può andare oltre al ruolo di una divisa  e rendere prezioso questa collaborazione . Ha spiegato il cammino verso il rispetto dei Diritti Umani che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza intende affrontare partendo con una campagna promozionale proprio da Venezia il prossimo 7 maggio con un truck lungo 18 metri che ospiterà i giovani della Laguna.

Poi  hanno preso la parola le Sentinelle del liceo classico Bruno-Franchetti accompagnati dalla loro insegnante, Alessandra Artusi, e dell’IIS Algarotti con l’insegnante e nostra referente per la provincia di Venezia, Giusi Sazio. I ragazzi dell’Algarotti fanno gli onori di casa lasciando la parola a quelli del Liceo Bruno Franchetti di Mestre-Venezia, all’esordio con il progetto della Fondazione. Gli studenti e le studentesse della classe II E classico hanno approfondito il tema della sicurezza in rete e dei pericoli che possono derivare da  una navigazione in internet poco responsabile. Essi hanno adottato come nuovo titolo del loro progetto una frase emersa dal colloquio per un approfondimento con uno degli esperti incontrati nei mesi scorsi, il dottor Scialdone, Commissario Capo del settore operativo ed investigativo della Polizia Postale di Venezia. La frase recita efficacemente così: Internet è come un diamante: rimane per sempre. Come hanno precisato poi i ragazzi e le ragazze, di ogni immagine, di ogni dato che viene scambiato in una comunicazione on line, nei social network o con un semplice SMS, rimane traccia per lunghissimo tempo a nostra insaputa, anche nel caso vengano cancellati o rimossi. Dopo la presentazione generale del percorso, affidata ad Alessio, la parola è passata a Brigitta e a Valentina, per l’esposizione di quanto emerso dall’intervista rivolta al dottor Scialdone. Le due studentesse hanno elencato i reati prevalenti di cui si può essere vittima navigando in internet, gli uffici competenti ad essi preposti, le strategie messe in atto per garantire un confronto efficace con il cittadino su questi temi. Gli studenti hanno inoltre riferito di aver conosciuto durante il loro percorso il dottor Fabio Corvini, formatore a livello europeo nel campo della sicurezza in rete. Corvini, parlando loro di Deep Web, ha smascherato l’esistenza di una realtà latente, sottesa alla rete da noi quotidianamente utilizzata, ma di facile accesso: un terreno fertile per la vita di molte organizzazioni criminali, un mercato la cui moneta corrente è il bitcoin.

Giammarco e Silvia hanno illustrato, poi, nel dettaglio l’esito di un sondaggio effettuato tra un campione di oltre 100 studenti del proprio Istituto, allo scopo di conoscere le abitudini dei giovani nell’uso delle nuove tecnologie e il loro grado di consapevolezza sui rischi cui ci si espone navigando in rete. In seguito all'analisi dei dati, l’appello rivolto alle autorità presenti è stato quello di incentivare l’informazione anche tra le scuole secondarie di secondo grado, come accade già in modo apprezzabile presso molti Istituti del primo ciclo di istruzione, perché c’è ancora tanto da fare in quest’ambito, avvertito dai giovani stessi come in evoluzione e, per così dire, liquido.

L’esposizione degli studenti si è conclusa con un efficace video, presente anche nel sito dell'USR per il Veneto nella sezione ECR - Essere Cittadini Responsabili. Come ha spiegato Alessia, hanno voluto così sensibilizzare ulteriormente i presenti sulle possibili conseguenze di un utilizzo ingenuo delle nuove tecnologie. Al video ha collaborato anche il dott.or Corvini.

Stremati dall’emozioni ma entusiasti ed appagati dagli applausi, cedono la parola alle sentinelle dell’IIS Algarotti.

L’anno scorso le Sentinelle di questo istituto si sono occupate dello studio del gioco d’azzardo come fenomeno sociale e socialmente pericoloso, analizzando il fenomeno dal punto di vista medico-scientifico, economico e giuridico.

Quest’anno invece le Sentinelle, reduci del ruolo di firmatari del Protocollo d’intesa fra Scuola, Fondazione e Prefettura di Venezia, per la prevenzione ed il contrasto del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela delle fasce deboli, hanno deciso di ripartire con la considerazione della pericolosità del fenomeno già in fase preadolescenziale e adolescenziale proponendo un progetto di educazione alla salute differenziato per fasce di età, con il fine di informare e prevenire il fenomeno partendo dal nucleo più vicino al bambino dopo la famiglia: in ambito scolastico. Hanno suddiviso così il progetto in tre interventi differenti, così come lo sono i destinatari. In questo primo incontro, le sentinelle si sono dedicate alla parte di progetto destinato alle scuole secondarie di I e di II grado: Marta, Benedetta, Anna hanno affrontato il tema del GAP nell’adolescente, mettendo in rilievo la pericolosità di alcune azioni apparentemente innocue; Claudia, Carlo e Alessia si sono soffermati sulla trattazione del fenomeno in fase pre-adolescenziale. Gli adolescenti italiani sanno che l’azzardo non è un gioco come tutti gli altri, e il 56% li associa alla consapevolezza di un divieto: il 43% sa che è vietato ai minorenni, il 16% lo ritiene illegale e il 7% pensa che sia consentito solo all’interno dei casinò. 4 ragazzi su 10 associano al gioco d’azzardo la sensazione di rischio e il 14% lo ritiene da malati.

Il 99% dei ragazzi conosce almeno un gioco d’azzardo; il 97% il gratta e vinci e l’88% i giochi con estrazione di numeri mentre l’80% circa conosce le macchinette (slot e videopoker), le scommesse, i giochi di carte online e il bingo. I ragazzi più grandi (16-17enni) appaiono più informati soprattutto sulle scommesse sportive, i giochi di carte e videopoker. In media, i maschi sono più attratti delle loro coetanee dal gioco d’azzardo, e la diffusione è maggiore in soggetti con basso livello di scolarizzazione e nel Meridione.

La pubblicità televisiva è il più importante veicolo di conoscenza dei diversi tipi di giochi, ma nell’iniziazione vera e propria al gioco è particolarmente rilevante il passaparola di amici che già praticano questa attività.

Anche il web ha un ruolo da comprimario tra i canali di conoscenza: dopo i social network, sono i siti sportivi ad avvicinare i ragazzi (soprattutto maschi) al gioco d'azzardo. Emerge dunque un segnale non irrilevante, perché l’esposizione al pericolo riguarda molto da vicino la pubblicità in Tv e anche lo sport, tradizionalmente percepito come scuola di sani principi, è divenuto anche veicolo di avvicinamento al gioco d’azzardo. Sebbene il “gratta e vinci” sia il più praticato, le scommesse sportive rappresentano il gioco d'azzardo più popolare tra gli adolescenti con una capacità attrattiva superiore a molti altri giochi d'azzardo tradizionali più noti e rivelano così un fenomeno da tenere sotto controllo.

Infine una bella sorpresa! I ragazzi allietano  i numerosi genitori e autorità presenti rappresentando  la  malattia del gioco d’azzardo così devastante con un balletto che Veronica e Giulia eseguono davanti ad una slot machine completamente realizzata dai ragazzi. Pronti per la prossima tappa di martedì 12 maggio, i ragazzi si propongono di arricchire il proprio percorso con ulteriori interventi  e ...spettacolo!

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola